Fassino non sta al Patto. Per la holding
13:45 Giovedì 29 Dicembre 2011“Senza vincoli una forte iniezione di liquidità nel sistema”. Così il Comune di Torino ha potuto fare a meno del prestito ponte a Fct per mettere a punto l'operazione sulle partecipate
«Torino non rispetterà un patto di stabilità tanto stupido». La decisione è stata resa nota stamane dal sindaco Piero Fassino al temine della conferenza stampa di fine anno che si è tenuta nella Sala Colonne di Palazzo Civico. Per riuscire a mantenere tutti i propri impegni il Comune ha scelto, dunque, di “sforare”. «Una decisione grazie alla quale abbiamo potuto emettere una forte iniezione di liquidità nel sistema torinese e pagare le aziende che hanno lavorato per la nostra città».
Centoventi milioni di servizi garantiti e 200 milioni di compensi alle aziende che hanno lavorato per la città subito disponibili per evitare la depressione del sistema economico e sociale di Torino. Non solo: questa decisione ha permesso soprattutto di chiudere, in queste ore, l’iter per il conferimento della holding delle partecipate alla finanziaria del Comune, Fct, che le acquisirà a costo zero, senza quel prestito ponte prospettato in un primo tempo. La liquidità proveniente dalla cessione del 40% delle quote di Gtt, Amiat e Trm verrà poi conferita direttamente a Palazzo Civico. Tutto questo, secondo quanto si vocifera, anche per le difficoltà riscontrate dall’amministrazione nell’individuare il partner privato che avrebbe dovuto elargire il denaro liquido a Fct per l’acquisizione della holding, garantendo alle casse comunali un po’ di respiro. Lo sforamento del patto di stabilità ha superato tutte queste criticità e permesso al Comune di usufruire di quei quattrini necessari per rinvigorire il sistema economico metropolitano. «Nel 2011 abbiamo elargito pagamenti per 450 milioni – aggiunge Fassino – 200 milioni in più rispetto all’anno precedente». E ancora: «Complessivamente le erogazioni del Comune sono state di 1,9 miliardi quest’anno, rispetto agli 1,8 dell’anno precedente». Insomma rigore, ma senza perdere di vista gli obiettivi strategici della città e soprattutto senza deprimere l’economia.
L’uscita dal patto di stabilità avrà però delle conseguenze: verranno tagliati circa 30 milioni di trasferimenti da Roma, interdizione all’accensione di nuovi mutui, blocco delle assunzioni e soprattutto riduzione delle indennità degli amministratori del 30%. Il rientro è previsto già nel 2012, quando il governo, secondo quanto annunciato dal premier Mario Monti, metterà mano al patto così come concepito oggi. Intanto, però, l’anno che verrà sarà quello dell’austerità: dopo l’aumento delle tariffe per il trasporto pubblico e i parcheggi nella zona blu, è già pronto il pacchetto per introdurre la tassa di soggiorno, attraverso la quale verranno reperiti i fondi per la promozione di cultura e turismo.