VERSO IL 2019

Dal Monviso a Valle, nel nome di Sergio

Il giovane consigliere regionale è il più "chiampariniano" tra i papabili alla successione. In una lettera indirizzata al governatore traccia il suo percorso coniugando discontinuità e lealtà politica. "Pronto alla sfida", ma la strada per la vetta è lunga e irta di ostacoli. Gli endorsement di Lepri, Laus, Lo Russo e Lubatti

“Se toccasse a me, lo fare con tutto l’entusiasmo e l’impegno di cui dispongo”. Come in una ideale staffetta, il primo a porgere la mano a Sergio Chiamparino per ricevere il suo testimone è Daniele Valle, giovane consigliere regionale, presidente della Commissione Cultura di Palazzo Lascaris. A poche ore dall'annunciata volontà di non correre per un secondo mandato, ha scritto una lettera aperta al presidente e reggente del Pd in cui lo ringrazia per la “lungimiranza e la generosità” della sua decisione, ma allo stesso tempo lo esorta a rimanere nella partita, perché “la strada è ancora lunga ed è meglio percorrerla insieme”.

Trentacinque anni, avvocato e padre di tre figli, Valle è tra coloro che nel partito può rappresentare quella discontinuità più volte auspicata, e avvertita come indispensabile dallo stesso Chiamparino, senza trasformarla nella sconfessione di una stagione politica e men che meno in un parricidio. La biografia, in questo senso, è eloquente. La corvée assolta nel quartiere San Paolo, dov’è stato prima consigliere e poi presidente della Circoscrizione e poi il grande salto nel parlamentino piemontese. Con Chiamparino condivide la passione la passione politica e quella per la montagna: mentre il governatore terremotava tutto lo stato maggiore piemontese con il suo annuncio, lui era a scalare il Monte Rosa, assieme ai compagni di banco Mario Giaccone e Paolo Allemano. Valle sa che la strada verso la vetta è ancora lunga e insidiosa, ma ha scelto di percorrerla. “Non possiamo trasmettere la sensazione di una comunità politica in affanno, incapace di rinnovarsi e che affida le sue speranze di vittoria alla popolarità di uno dei suoi uomini simbolo più che alla sua capacità di elaborare una proposta politica apprezzabile. Quasi che l’obiettivo sia scavallare in qualsiasi modo uno dei momenti più difficili della storia della sinistra riformista di questo Paese e non offrire un progetto convincente di futuro alla comunità piemontese” prosegue nella sua missiva a Chiamparino. Perché “abbiamo bisogno di dimostrare, anche plasticamente, che ci candidiamo a governare il Piemonte per i prossimi 20 anni, non per i prossimi cinque”.

Così Valle-Telemaco raccoglie la sfida lanciata da Chiamparino a quella generazione in attesa dell’investitura: “Il vero erede è colui che genera il proprio padre” ammonì il governatore. Un patto tra due generazioni, tra il ragazzo di via Chiesa della Salute e quello della parrocchia Gesù Nazareno, il postcomunista anomalo e il nativo democratico. Lo stesso patto che invoca anche il segretario della Federazione del Pd di Torino Mimmo Carretta che riconosce il “grande atto di generosità di Chiamparino” e annuncia l’avvio di una “fase nuova”. Del resto, Carretta è oggi uno dei contraenti di quell’alleanza che si è formata alla vigilia della sua candidatura alla segreteria e di cui Valle fu tra gli artefici. Trenta e quarantenni insieme per rinnovare un partito asfittico nella proposta e anchilosato nei movimenti. Carretta, Valle, l’altro consigliere regionale Raffaele Gallo, il responsabile dell’organizzazione del partito torinese, Saverio Mazza, la deputata Francesca Bonomo e, seppur non organico a questo sodalizio, il capogruppo del Pd in Sala Rossa Stefano Lo Russo (che definisce le mosse di Chiamparino e Valle "due passi nella direzione giusta") e il consigliere Claudio Lubatti, che fa sapere di essere "pronto a sostenere Valle". E mentre nell’area cattolica c’è chi osserva con una certa diffidenza una possibile candidatura del giovane dirigente dem, esce allo scoperto il deputato Stefano Lepri con un endorsement pieno: “Gli ho sempre riconosciuto numeri non comuni, un’intelligenza e autorevolezza dimostrate sia in Circoscrizione sia in Consiglio regionale. L’ho sempre sostenuto e continuo a pensare sia una delle nostre migliori risorse”. Sulla stessa linea anche la posizione dell'ex presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, oggi senatore, che vedrebbe bene un ticket generazionale Valle-Salizzoni.

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