GRANDI OPERE

Cirio porta Tajani a Chiomonte, Toti aspetta Toninelli al casello

Pressing di Forza Italia sul ministro. L'europarlamentare guiderà il presidente dell'Assemblea ai lavori e presenta una petizione internazionale. Il governatore ligure lo vuole accompagnare in coda sotto il sole. Tranchant Gariglio (Pd): "A dir poco imbarazzante"

Il presidente del Parlamento europeo nei prossimi giorni sarà in Valsusa nel cantiere della Torino-Lione di Chiomonte. “Ho chiesto ad Antonio Tajani di vedere di persona i lavori della Tav, un’opera la cui mancata realizzazione metterebbe a rischio non solo la credibilità dell’Italia a livello internazionale, ma anche migliaia di posti di lavoro attuali e futuri, per non dire dell’isolamento economico in cui sarebbe confinata l’Italia e il Piemonte in particolare” spiega l’eurodeputato di Forza Italia, Alberto Cirio.

L’invito formale è giunto a Tajani da Telt, la società pubblica italo-francese responsabile della realizzazione e gestione dell’opera, ma l’iniziativa si deve, appunto, all’europarlamentare piemontese il quale è anche primo firmatario di una petizione europea Sì-Tav, con cui si chiede di far rispettare all’Italia gli impegni presi sulla Torino-Lione.

Il documento, depositato a Bruxelles, potrà essere sottoscritto online anche da istituzioni, cittadini, forze produttive e da chiunque voglia difendere la realizzazione dell’opera. “Chiederò la procedura d’urgenza, affinché la petizione venga discussa dal Parlamento europeo prima possibile. - annuncia Cirio - Le  problematiche sulla Tav sono un tema già noto a Bruxelles, perché negli anni sono state presentate diverse petizioni contrarie alla realizzazione dell’opera, ma non ne era mai stata una a favore. Lo faremo adesso, per chiedere all’Ue di essere tutelati e di aiutarci a far mantenere al governo italiano gli impegni presi”. 

L’europarlamentare sostiene che “la marcia indietro”, di fatto annunciata dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, “non solo ci priverebbe di una infrastruttura strategica per lo sviluppo economico, ma costerebbe al nostro Paese un sacco di soldi in rimborsi, risarcimenti e danni, senza considerare la perdita di credibilità internazionale per l’Italia, che diventerebbe l’anello mancante di un progetto che va dalla Penisola iberica all’Est europeo”. Il ministro grillino oggi ha illustrato le linee programmatiche del suo dicastero alla Commissione Trasporti della Camera: giudicata insoddisfacente, a detta unanime dei deputati, la relazione, in particolare sui nodi più caldi di sua pertinenza (Tav, Terzo Valico, Pedemontana, Asti-Cuneo, alta velocità Brescia-Verona). “A dir poco imbarazzante, il ministro ha parlato di tutto e di più e non ha speso una parola sulle grandi opere italiane”, tuona Davide Gariglio (Pd) che ha colto l’occasione di recapitare a Toninelli l’invito a un dibattito alla Festa dell’Unità di Torino.

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Sul fronte Tav, Cirio sottolinea la questione delle ricadute di un temuto stop dei lavori. Se è vero che nei giorni scorsi gli uffici della Commissione europea hanno precisato che, nel caso in cui il governo italiano dovesse ritirarsi dal progetto Torino-Lione, non è prevista una specifica penalità, né l'Italia potrebbe essere esclusa da ulteriori finanziamenti infrastrutturali, è altrettanto vero che per l’Italia il contraccolpo economico sarebbe comunque enorme e difficilmente sopportabile. Il problema maggiore sarebbe dato dai rimborsi che Francia e Unione europea potrebbero chiedere all’Italia, accanto ad altri costi collegati alla scelta di uno stop definitivo dei cantieri. In base ai dati diffusi dal commissario straordinario del Governo, Paolo Foietta, il costo diretto complessivo di una retromarcia sulla Torino-Lione sarebbe di oltre 2 miliardi di euro. Ma anche sulla questione della penale, esclusa dagli uffici della Commissione qualche dubbio aleggia ancora: “Altre fonti del Cef, cioè lo  strumento con cui l’Unione europea promuove la realizzazione di infrastrutture per connettere i Paesi membri, sul fronte dei  trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni – spiega Cirio – parlano di una penale dal 2 al 10% per chi non rispetta i patti e della possibile esclusione per 5 anni da altri investimenti infrastrutturali. Anche se  quest’ultima possibilità pare non si sia mai verificata”.

Insomma, il conto già di per sé enorme, salirebbe ancora nel caso prevalesse la linea del ministro Toninelli e della sua forza politica. “Chi può escludere – osserva Cirio – che gli altri Paesi europei del Corridoio Mediterraneo, l’asse che va dalla Penisola iberica all’Est Europa e di cui la Tav è la 
cerniera,nel caso di blocco dell’opera non chiedano all’Unione Europea di aprire una procedura di infrazione verso l’Italia per i danni economici e le mancate opportunità generate dall’interruzione del corridoio veloce?”.

Mentre Tajani si prepara alla gita in Valsusa, un altro invito, l'ennesimo rivolto a Toninelli, è in attesa di riscontro. “Quando il ministro vorrà, sono pronto a fargli da autista nel caotico traffico ligure affinché si convinca, dopo interminabili code sotto il sole, dell’utilità di quest’opera”, ha scritto il governatore della Liguria Giovanni Toti in risposta alla messa in discussione da parte del titolare del Mit della Gronda di Genova, l’asse viario progettato per decongestionare il traffico nel capoluogo ligure. Ma, in auto, sotto il sole (magari con il condizionatore spento) semmai il ministro dovesse accettare l’invito, Toti ribadirebbe a Toninelli il fermo no al blocco di un’altra opera che interessa molto anche il Piemonte, quel Terzo Valico di cui ha parlato nei giorni scorsi, legandone il destino indissolubilmente a quello della Tav, il suo omologo Sergio Chiamparino.

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