GEOGRAFIA POLITICA

Vco in Lombardia, referendum a ottobre

Il Consiglio dei ministri su proposta di Salvini ha fissato la data per la consultazione popolare. I verbanesi si esprimeranno sul trasferimento della piccola provincia dal Piemonte prima del voto regionale. Borghi (Pd): "I costi siano a carico dello Stato"

La data è stata fissata, ora inizia il conto alla rovescia. Si celebrerà il 21 ottobre il referendum consultivo per il distacco della provincia del Verbano Cusio Ossola dal Piemonte e la sua aggregazione alla Lombardia. Lo ha stabilito il Consiglio dei ministri su proposta del titolare del Viminale, Matteo Salvini. È la prima volta che un referendum di tale natura interessa una intera provincia.

Meno di un mese fa era arrivato il via libera della Cassazione, che lo scorso 11 luglio aveva sancito la legittimità della consultazione popolare, promossa dall’ex parlamentare di Forza Italia Valter Zanetta, da poco passato alla Lega salviniana, e sostenuto tra gli altri dal senatore leghista Enrico Montani. “Volete che il territorio della Provincia del Verbano Cusio Ossola sia separato dalla Regione Piemonte per entrare a far parte integrante della Regione Lombardia?”. Questo il quesito che i cittadini si troveranno sulla scheda. La richiesta era stata deliberata all’unanimità dal Consiglio provinciale del 3 maggio scorso, dando di fatto il via all’iter istituzionale. Nei mesi scorsi a sostengo dell’iniziativa erano state raccolte in poche settimane 5.200 firme.

La deliberazione dell’esecutivo “nulla dice sulla copertura degli oneri di questa consultazione elettorale, che ovviamente dovrà prevedere tutta una serie di passaggi obbligatori di carattere propedeutico (revisione straordinaria delle liste elettorali da parte dei Comuni, allestimento dei seggi presso le scuole, alloggi per il personale di sicurezza) nonché l’organizzazione della giornata elettorale con i seggi in maniera del tutto analoga alle altre consultazioni”, spiega Enrico Borghi, deputato ossolano del Pd. Per far fronte ai costi della macchina elettorale – dalla predisposizione delle attrezzature, alla stampa delle schede e alla loro distribuzione, alla copertura dei costi delle forze dell’ordine, dei presidenti di seggio, degli scrutatori, dell’allestimento materiale dei seggi e del personale comunale addetto alle operazioni – occorre che il Governo provveda a variazioni di bilancio statale per far fronte ai costi delle operazioni di voto, stimate dalla Provincia del Vco in circa 400mila euro da reperire immediatamente. “La situazione finanziaria della provincia del Vco è  nota – conclude Borghi – certamente una somma simile non è nella disponibilità della Provincia, né tantomeno è pensabile porre a carico dei Comuni tali oneri. La materia elettorale è una funzione statale, e pertanto il ministro Salvini chiarisca immediatamente che gli oneri del referendum sono a totale carico dello Stato. Per questo presenterò già oggi una interrogazione parlamentare urgente sul tema”.

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