PALAZZO LASCARIS

Una figuraccia "Mondiale". Assessore regionale nel mirino

Ferraris, chiamato a rendere conto del mancato contributo alla rassegna iridata di pallavolo, viene attaccato dal mondo sportivo e dalla sua stessa maggioranza. E lui si dà alla macchia. Perché Chiamparino non ha fatto nulla per evitare lo smacco?

“Una seduta imbarazzante”, un assessore schernito e mai difeso dalla sua stessa maggioranza. Il convitato di pietra (poiché non si è neanche presentato) dell’audizione in Commissione Sport  del presidente della Federvolley piemontese Ezio Ferro, è Giovanni Maria Ferraris, uno dei più controversi componenti della squadra di governo di Sergio Chiamparino, una sorta di signor Godot che in questi quattro anni di mandato ha brillato più per le sue assenze che per le iniziative intraprese.

L’ultima buccia di banana su cui è scivolato sono stati i Mondiali di pallavolo che si sono svolti a Torino dal 26 al 30 settembre: una manifestazione che ha potuto contare su una copertura totale della Rai e che ha visto al PalaAlpitour una media di 11mila spettatori al giorno, con tutto esaurito durante le semifinali e finali. Senza dubbio il più importante evento sportivo dell’anno per il quale persino il Comune, nonostante tutte le difficoltà finanziarie ormai note, è riuscito a stanziare 400mila euro a titolo di contributo per l’affitto e l’allestimento del palazzetto. La Regione Piemonte invece si è sfilata, di più “ha fatto perdere le sue tracce” come dichiarato in diverse occasioni, anche pubbliche, da Ferro che della kermesse iridata è stato il braccio operativo. In Commissione è andato in scena l’ultimo atto di una vicenda a tratti grottesca: secondo la ricostruzione di Ferro l’ente di piazza Castello aveva promesso mezzo milione di euro – “Piero Fassino mi parlò a suo tempo di un testone, testuali parole, suddiviso tra Comune e Regione” – poi dopo un paio di incontri con l’assessore la cifra si è ridimensionata a soli 100mila euro. Infine il contributo è stato pari a zero.

Una vicenda per certi versi surreale, che si arricchisce di particolari, come quando Ferro racconta delle innumerevoli telefonate “andate a vuoto o interrotte”, oppure di una frase riportata a lui da Gianfranco Salmaso, consigliere federale nazionale: Ferraris “mi ha detto che non ci dà più il contributo perché non lo invitiamo alle nostre premiazioni”. Ricostruzione peraltro smentita, lettere e inviti alla mano, dal vertice della pallavolo piemontese. Il presidente Daniele Valle, attonito, parla di “colpevole occasione mancata” perché “un evento simile è irripetibile e avrebbe dovuto avere il sostegno convinto anche della Regione” e annuncia che “la questione in commissione con l'assessore”. Il consigliere Pd Luca Cassiani, non senza un pizzico di perfidia, in aula chiede pubblicamente scusa a nome di tutta la maggioranza. Resta lo smacco per una Regione che ne esce malissimo, soprattutto dopo che Ferro dice di aver tentato di raggiungere anche Chiamparino ma che i collaboratori del governatore gli hanno risposto di gestire la vicenda con l’assessore. E così si tornava al punto di partenza come in un estenuante gioco dell'oca.

Non si fa sfuggire l’occasione di infierire la consigliera grillina Francesca Frediani che ricorda quando, interrogato in Consiglio sul mancato contributo, l’assessore Ferraris aveva risposto che “il soggetto organizzatore (…) non ha presentato alcuna domanda di finanziamento”. “Oggi in Commissione regionale è stato clamorosamente smentito” dice Frediani. La domanda, effettuata il 14 febbraio scorso, era stata inoltrata non solo al responsabile dello Sport, ma pure a Chiamparino e al suo vice Aldo Reschigna.

Ma questo è solo l’ultimo di innumerevoli scivoloni di cui è stato protagonista Ferraris, assessore entrato in giunta in quota Moderati, con deleghe tutto sommato marginali (Sport e Personale) e che è risultato uno dei (tanti) anelli deboli della squadra. Una legislatura iniziata male e finita peggio per l'ex presidente della Sala Rossa, altro incarico nel quale si distinse per le incertezze con cui gestì l'aula nei momenti più delicati. Il gelo calato subito nei rapporti con il presidente del Coni Gianfranco Porqueddu (LEGGI), la riforma dello Sport avviata dal suo predecessore Alberto Cirio rimasta in un cassetto per quattro anni (LEGGI), l’auto-esclusione dagli Stati Generali promossi dall'ex presidente di Palazzo Lascaris Mauro Laus sono solo alcuni degli episodi che testimoniano il rapporto burrascoso dell'assessore con il mondo dello sport. Per non parlare della gestione delle deleghe del Personale, di cui semplicemente non si è mai occupato, rifilando ogni incombenza (dalle riunioni con i sindacati alle audizioni in commissione) al vicepresidente della giunta Reschigna. Un assessore che per quieto vivere Chiamparino ha sempre difeso, evitando di aprire un fronte con i Moderati, che hanno restituito il favore schierandosi senza riserve al suo fianco quando ha annunciato la sua ricandidatura al vertice della Regione. Ora il problema è trovare qualcuno che gli dia il voto e non solo tra gli sportivi.

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