Appendino gioca col nostro futuro

Non ci ha voluto nemmeno mettere la faccia. Chiara Appendino, mentre dentro e fuori Palazzo di Città andava in scena uno dei passaggi più drammatici per la città e per la sua legislatura, era a Dubai, a 6mila chilometri di distanza. La sindaca non era in aula a guardare la sua maggioranza che, votando un ordine del giorno contro la Tav, faceva diventare la città un presidio della Val di Susa.

Ma cosa ancora più grave non è stata lei a confrontarsi con gli imprenditori che ieri hanno chiesto di essere ascoltati da chi sta rendendo Torino ogni giorno più povera. Chiara Appendino oggi è più debole. Lo è politicamente perché a sostenere la posizione No Tav del Comune è stata la capogruppo del Movimento 5 Stelle e non lei; lo è davanti al tessuto produttivo e imprenditoriale della città che non ne può più della decrescita infelicissima che la città sta vivendo da quando al Governo della città ci sono i pentastellati.

La notizia è che davanti a Palazzo Civico i No Tav erano la minoranza. Per la prima volta a confrontarsi pubblicamente con loro, anche con toni accesi e aspri, c'era chi invece la linea ad Alta Velocità Torino-Lione la vuole. Cittadini, industriali, sindacati e partiti politici hanno voluto ribadire che per il Piemonte sfilarsi da questa grande opera sarebbe solamente un danno enorme. Senza il nuovo tunnel, e data la vetustà dell’attuale, il Piemonte rischia di tornare a prima dell’unità quando un giovane Medail guardava le montagne e sognava un tunnel per andare al di là.

Chiara Appendino sta giocando con il futuro dei torinesi e lo sta facendo allo stesso modo dei suoi colleghi che a Roma hanno approvato una manovra economica che indebiterà fino al collo le future generazioni. La sindaca ha utilizzato la città di Torino come merce di scambio. Il No alla Torino-Lione del consiglio comunale di Torino per far pace con la propria maggioranza, con il Movimento No Tav e per dare qualche debole argomento in più a Di Maio&Co davanti a chi sta facendo loro i conti in tasca. E la bilancia pende dalla parte delle promesse disattese.

La luna di miele tra la città di Torino e Chiara Appendino è finta ed è finita anche quella tra la sindaca e gli industriali. I 5 Stelle sono stati messi alla prova dei fatti e hanno fallito, ora bisogna raccogliere i cocci.

*Mercedes Bresso, europarlamentare Pd-S&D

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