PIAZZA CASTELLO

“Il governo non ci paga”, allarme della Regione

Il Piemonte è in sofferenza a causa dei mancati trasferimenti dello Stato. Reschigna contro l'esecutivo gialloverde: "Il pubblico non dovrebbe essere un cattivo pagatore". E sull'assestamento di bilancio: "Eredità pesantissima, ma abbiamo risanato"

“Da un mese e mezzo il Piemonte è in grandissima difficoltà e sofferenza. Dall’inizio di novembre non abbiamo più visto un euro dei trasferimenti dallo Stato, situazione comune a tutte le Regioni d’Italia”. È l’allarme lanciato in aula dal vicepresidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna, all’avvio della discussione sull'assestamento di bilancio. “Non so - ha affermato il responsabile dei conti regionali - se questo sia dovuto alla volontà di far apparire un quadro dei conti dello Stato meno negativo di quanto sia in realtà. O se sia legato al fatto che l’ultima emissione di titoli di Stato è stata sottoscritta al 50 per cento, e quella successiva è stata cancellata”. “Questa mancanza di liquidità - ha aggiunto - il Governo la sta trasferendo sugli enti locali. Si parla molto di ciò che il pubblico dovrebbe fare. Certamente non dovrebbe essere un cattivo pagatore, perché esserlo significa far pagare dei prezzi al sistema economico”.

Entrando nel merito del bilancio regionale, Reschigna ha spiegato: “Certamente è un bilancio rigido: il debito del Piemonte è impressionante e ci colloca tra le Regioni più indebitate d’Italia. Ma in questa legislatura da un disavanzo di 6,6 miliardi siamo passati a 3. È una chiara eredità del passato, che mi auguro non venga mai presa a esempio di come amministrare la cosa pubblica”. “Ma negli ultimi due anni - ha rimarcato - abbiamo ripreso la capacità di investire. In questo documento lo abbiamo fatto con tanti no e qualche sì, cioè con delle vere scelte politiche e non con un ragionamento ragionieristico. Queste scelte corrispondono a una visione di futuro che punta a fare in modo che le prossime amministrazioni regionali possano ereditare una situazione non peggiore, e possibilmente migliore, della nostra attuale”.

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