VERSO IL VOTO

Mossa della Lega, liste civiche per prosciugare gli alleati

Nel centrodestra nascono due formazioni con la benedizione del Carroccio. "Sì Tav, Sì Lavoro" di Giachino punta al bacino elettorale di Forza Italia, mentre il sovranista Vignale con "Piemonte nel cuore" va a caccia di ex An e amministratori locali

Quando il madaMino bussò al suo partito non fu per chiedere, ma per offrire. Però, chi aprì – il fratello del medico personale di Silvo Berlusconi, insediato al vertice degli azzurri piemontesi con quella e assai poche altre ignote lettere credenziali – forse si ricordò della storica battuta di Fortebraccio, si aprì la porta e non entrò nessuno: era Cariglia, ma Paolo Zangrillo, probabilmente consultando troppo in fretta il bignami della politica, si sbagliò. O forse ha interpretato fin troppo rigidamente e con conseguenze tafazziane quella linea che Forza Italia continua a perseguire con perseveranza autolesionista: niente liste civiche attorno al partito di Silvio. Un timore di perdere voti che potrebbe, paradossalmente ma non troppo, essere confermato proprio da questo atteggiamento di chiusura.

Dopo Bartolomeo Gachino, il madaMino che quel soprannome se l’è guadagnato sul campo, anzi sulla piazza che ha saputo riempire a favore della Tav (sia pure dividendo, di necessità, il merito con le madamin), a proporre a Zangrillo la formazione civica fortemente connotata a favore della Torino-Lione e utile mezzo per intercettare voti altrimenti a rischio di travaso verso altri lidi, era stato Marco Francia, l’uomo di Stefano Parisi in Piemonte. Anche lui, non certo aiutato dalla vicinanza con l’ex mister Chili visto tutt’altro che di buon occhio da una schiatta berlusconiana dopo che lo stesso era stato tempo addietro indicato come uno dei tanti possibili delfini del Cav, aveva dovuto registrare quella cortese, ma piuttosto risoluta e un po’ altezzosa alzata di spalle. Adesso Giachino e Francia lavorano insieme alla lista il cui nome – “Per il Piemonte. Sì Lavoro Sì Tav” – è già stato depositato, senza dover attendere quel placet che difficilmente sarebbe mai arrivato dal vertice piemontese di Forza Italia. La posizione chi chiusura alle liste civiche pare, anzi, irrigidirsi ulteriormente tanto da far raccontare a più d’uno degli addetti ai lavori di segnali partiti in tale senso verso la Lega.

Un ruggito del coniglio, quello del vertice forzista. Altro non potrebbe apparire vista la considerazione in continua discesa da parte dell’azionista di maggioranza della coalizione di cui ormai è pure in forte dubbio la partecipazione dello stesso partito del Cav. Un Berlusconi di fatto bloccato l’altra sera a Pescara da Salvini quando stava per lanciare ufficialmente la candidatura alla presidenza del Piemonte dell’europarlamentare Alberto Cirio. Snobbato dal suo partito, Giachino ha tessuto con perseveranza e caparbietà, sfiorando lo stalkeraggio, quel rapporto con Salvini che rischia di costare assai caro alla bandanza azzurra nei confronti dell’ex sottosegretario cresciuto alla politica di Carlo Donat-Cattin cui non è stato perdonato il successo della piazza del 10 novembre. Anche allora, anziché appoggiarlo e condividere con lui il risultato, il partito sotto la guida di Zangrillo ha preferito replicare poco tempo dopo con una manifestazione in miniatura.

Un legame quello tra Giachino e gli alti vertici del Carroccio che non si sa quanto intenso sia rispetto alla risonanza mediatica data dallo stesso madaMino, ma che certo torna assai utile a Salvini per accentuare in Piemonte quell’erosione dell’elettorato azzurro, potendo annoverare nel bottino della guerra non dichiarata a Forza Italia anche quegli elettori non disponibili a votare per la Lega.

Un’operazione che si presente pressoché analoga sul fronte destro: la lista civica dell’attuale consigliere regionale sovranista Gian Luca Vignale, protagonista di una dura battaglia sul fronte della sanità che anche oggi lo vede promotore di un sit-in davanti all’ospedale Regina Margherita, facilmente non potrà che pescare voti nello stesso lago dove cala la lenza Fratelli d’Italia.

Un perimetro, quello della lista “Piemonte nel cuore”, che dai confini della destra tradizionale vuole allargarsi a amministratori locali, rappresentanti del mondo del lavoro, dell’imprenditoria, delle libere professioni, radicati in quei territori provinciali e periferici, finora più distanti, anche nelle priorità delle scelte politiche regionali, da Torino. “La nostra volontà – spiega Vignale – è quella di rappresentare un valore aggiunto alla coalizione di centrodestra andando a trovare consensi per la competenza delle persone e soprattutto occupandoci dei tanti piccoli-grandi problemi spesso dimenticati da un governo regionale che si è occupato con scarsi risultati di grandi temi dimenticando le necessità quotidiane che non faranno notizia, ma possono migliorare la vita ai cittadini della nostra regione”. Con lui oltre a un nutrito drappello di sindaci (da Giorgio Rondano, primo cittadino di Camino e presidente dell’associazione, ai colleghi di Lanzo, Burolo, Alpette, Cafasse, Vische), l’ex parlamentare e consigliere regionale Marco Botta e il segretario di Nursind Francesco Coppolella.

E anche in questo caso, così come con la formazione Sì Tav di Giachino, a raccogliere il risultato – impedendo al partito di Giorgia Meloni di crescere troppo e puntando a ridurre ai minimi termini quello di Berlusconi – sarà la Lega, che con la presenza sabato scorso del consigliere comunale di Alessandria Pier Paolo Guazzotti, emissario del concittadino e leader del Carroccio piemontese Riccardo Molinari, alla presentazione della lista ha voluto manifestare pubblicamente il proprio gradimento.

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