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Asti-Cuneo "sbloccata" è una bufala, l'Europa sbugiarda Conte e Toninelli

La soluzione strombazzata dal Governo è arenata a Strasburgo. C'è solo l'avvio della trattativa il cui esito appare piuttosto incerto. La scoperta della deputata Pd Gribaudo: "Mandando a monte l'accordo precedente i tempi si allungano ulteriormente"

Sbugiardati dall’Europa. Lo “sblocco immediato” dei cantieri dell’Asti-Cuneo annunciato e ribadito dal premier Giuseppe Conte e dal ministro Danilo Toninelli è, ad oggi, nulla più di una bufala. Per avere ulteriore conferma di quel che si era palesato ancora la scorsa settimana nel nulla di fatto con cui si era conclusa la riunione del Cipe (passaggio pressoché formale, secondo il Governo nella sua narrazione del tutto-è-a-posto), la deputata cuneese del Pd Chiara Gribaudo, insieme al presidente della Provincia e sindaco del capoluogo della Granda Federico Borgna, questa mattina è volata a Strasburgo.

Qui ci è voluto poco per conoscere dai funzionari dell’Unione Europea che si occupano del dossier il reale stato dei fatti, decisamente diverso da quel che da giorni va raccontando la coppia pentastellata Conte&Toninelli. La verità è che mentre i cantieri restano e resteranno fermi non si sa ancora per quanto, di avviato c’è solo una trattativa del Governo italiano con l’Ue i cui funzionari, come spiega Gribaudo appena terminata la mattinata di incontri, a lei e a Borgna hanno spiegato quel che a chiunque risulta ovvio: “Non si può certo partire con i lavori soltanto dando una semplice comunicazione. Non c’è nessuna autorizzazione firmata – spiega la parlamentare – ma solo un’interlocuzione aperta: Toninelli si è infilato nel limbo delle trattative per cambiare l’accordo di cross financing e nessuno, nemmeno a Strasburgo, ha idea di quanto ci vorrà per uscirne. Oggi è il 16 aprile: vedere un operaio a Cherasco prima del 21 giugno sarà letteralmente impossibile, a meno che non si torni alla soluzione precedente".

Tutto ovvio e risaputo, tant’è che a partire dal presidente della Regione Sergio Chiamparino in queste ultime settimane è stato tutto un ribadire come quella annunciata dal premier e dal ministro più che una nuova via per completare l’autostrada sia un vicolo cieco. L’aver voluto buttare al macero il piano predisposto dall’allora ministro Graziano Delrio e approvato in sede europea per predisporne un altro che contiene misure e parametri difficilmente autorizzabili da Bruxelles, ad oggi e chissà per quanto ancora ha portato non già a velocizzare il completamento dell’opera, bensì a bloccarlo.

Come noto, la questione principale riguarda il valore di subentro, ovvero la somma che il concessionario che prende il posto del precedente deve pagare a quest’ultimo. In base al nuovo piano predisposto dal Governo Lega-Cinquestelle l’importo che dovrebbe pagare il subentrante nella gestione della Torino-Milano (oggi gestita dal Gruppo Gavio, lo stesso che dovrà completare l’opera in questione) si aggirerebbe attorno agli 800 milioni, quasi otto volte l’importo previsto dal piano precedente. Chi si farebbe avanti per la gestione con una cifra così enorme? Probabilmente soltanto chi già gestisce l’autostrada, il quale a quel punto sposterebbe solo il denaro da una tasca all’altra. Da qui le obiezioni già sollevate in sede europea e a conoscenza del Governo dopo una comunicazione in merito della rappresentanza permanente italiana a Bruxelles.

Sul tema e sulle reali mosse poste in atto dall'esecutivo Conte a Bruxelles, era intervenuta nei giorni scorsi con un'interrogazione alla Commissione Europea, anche l'europarlamentare del Pd Mercedes Bresso.

“Nessun problema, andiamo avanti”, il senso delle ripetute dichiarazioni di Toninelli e dello stesso Conte sullo sblocco “immediato” dei cantieri. “Ho provato a spiegare a Toninelli che è praticamente impossibile, ma noi siamo volenterosi, per cui ho chiesto un appuntamento ai funzionari dell’Unione per cercare di vederci un po’ più chiaro” aveva annunciato poco prima di partire la deputata dem.

Le ci è voluto poco per avere conferma “di quel che tutti coloro che hanno a cuore quest’opera, aldilà degli schieramenti politici, sapevano”, ovvero che il Governo ha venduto la pelle dell’orso senza neppure averne visto un’orma. “Di certo c’è soltanto un ulteriore slittamento dei tempi e questa – prosegue Gribaudo – è solo responsabilità del Governo che ha voluto cestinare un piano già pronto e operativo, avventurandosi su un terreno dove gli ostacoli sono noti e, come si vede, impossibili da superare”.

La parlamentare del Pd non rinuncia a un’ulteriore stilettata nei confronti del ministro, così come del suo vice leghista: “Visto Toninelli e Rixi sono venuti nella Granda per dirci che dovevamo dare una mano, noi li aiuteremo a scoprire la verità sul loro piano” aveva detto prima di imbarcarsi da Caselle.

E proprio al viceministro della Lega si rivolge la Gribaudo: “Rixi l’altro giorno ha detto di essere favorevole all’accordo raggiunto da Delrio. Invece di fare battute sul Pd, che sta facendo anche il suo lavoro per capire cosa stia succedendo, potrebbe far venire Toninelli a più miti consigli e riprendere in mano la proroga già concessa che consentiva quasi 400 milioni di euro di finanziamento. Noi – aggiunge la deputata – lo faremo sicuramente: presenteremo una doppia interrogazione, Daniele Viotti alla Commissione e io al ministro Toninelli, per chiedere a che punto sia la documentazione necessaria, che al Cipe era totalmente assente”.

E se l’iter va a rilento, rapidissima arriva invece la replica del dicastero di piazza di Porta Pia: “Il perfezionamento dell’accordo per il completamento dell'autostrada Asti-Cuneo è alle battute finali. Oggi al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla presenza del ministro Danilo Toninelli – si legge in una nota – si è tenuta una riunione con il concessionario in cui ci si è confrontati sugli ultimi ritocchi al piano economico finanziario in base alle prime indicazioni arrivate dall’Autorità di regolazione dei trasporti. La società – rende ancora noto il dicastero – ha confermato che sono partite e stanno andando avanti tutte le operazioni necessarie per l’effettiva ripresa dei lavori e che, dunque, la riapertura dei cantieri già ora è stata predisposta”. Sempre dal Mit si annuncia che “nel giro di pochi giorni ci sarà un nuovo incontro in cui le parti auspicano di chiudere l’accordo da formalizzare nel primo Cipe utile, così da raggiungere il comune intento di aver sbloccato velocemente un’opera ferma da tempo”. Immutata la posizione del Governo rispetto all’Europa: “Il piano per il completamento della Asti-Cuneo non necessita di alcuna autorizzazione preliminare da parte dell’Ue, bensì di una mera informativa da parte dell’Italia, già pronta e che verrà invitata alla Commissione europea in questi giorni”. Versione, come evidente, del tutto opposta a quella data da Strasburgo.