STUDIO

Sanità piemontese in salute (nonostante la dieta)

Negli anni bui del piano di rientro si sono persi 3.500 posti negli ospedali della regione. La questione "personale" resta un nodo centrale. Una curiosità: in corsia ci si ammala meno che in ufficio. Il rapporto di Nebo Ricerche

Tremilacinquecento posti in meno nell’arco di sette anni: l’organico della sanità piemontese dal 2010 al 2017 ha segnato una riduzione del 6,4%. Nello stesso periodo la Lombardia ha contenuto i tagli al 4,8%, mentre il Veneto si è fermato allo 0,8. Prima di scorrere ulteriormente i dati del Rapporto Sanità 2019 effettuato da Nebo Ricerche (società indipendente che da anni studia ed elabora dati nell’ambito della gestione sanitaria) sono necessarie alcune premesse: buona parte del periodo preso in esame coincide con quello in cui il Piemonte è stato sottoposto al piano di rientro da parte del ministero, inoltre proprio in virtù dell’uscita da quella fase commissariale negli ultimi due anni si è proceduto al superamento del blocco del turnover e a ulteriori assunzioni.

La situazione del personale sanitario resta, comunque, uno dei problemi più gravi e irrisolti come testimonia il provvedimento dell’altro giorno con cui si è concessa la possibilità alle aziende sanitarie di utilizzare anche medici già in pensione per sopperire a una carenza che spesso sfocia in emergenza. Mali che hanno un’origine lontana e che non sempre possono essere ricondotti proprio a quel piano di rientro, a sua volta conseguenza di politiche risultate inefficaci se non dannose per il sistema sanitario del Piemonte. Così i dati, pur riferiti a un arco temporale che si ferma a due anni fa, raccontano situazioni per molti aspetti ancora attuali: come squilibrio tra personale sanitario e amministrativo, con una quota di quest’ultimo ancora decisamente superiore ai limiti fissati dal Patto per la Salute dell’allora ministro Beatrice Lorenzin e al quale non è stato messa mano in maniera decisa (con verifica del personale transitato negli anni dalle corsie agli uffici senza percorre a ritroso la via) come, peraltro era stato più volte annunciato dall’assessore Antonio Saitta.

Nei sette anni presi in esame, fatta base 100 sulla pianta organica del 2010, nel 2017 in Piemonte si è registrato un calo a 87 del personale amministrativo, ovvero appena 7 punti in meno rispetto a quello medico, mentre sarebbe stato logico immaginare una riduzione più accentuata del primo. Non solo: su una riduzione media di tutto il personale pari a 6 punti su 100, quello infermieristico era sopra di appena 3 punti. Per notare la differenza con un’altra regione del Nord, in Veneto su un totale del personale di 99, quello amministrativo è a quota 90, mentre i camici bianchi sono addirittura a 102 e gli infermieri a 99. Il Piemonte, inoltre, è fanalino di coda per quanto riguarda il Nord in fatto di carico di assistiti sulla base del personale sanitario: se l’Emilia-Romagna, in testa, ha un indice positivo (frutto delle eleborazioni dei dati forniti dalla Conferenza delle Regioni) che supera il 5% e la Lombardia è attorno al 4%, il Piemonte è sotto il 2,5%, segnando un peggioramento nell’arco dei sette anni presi in esame. Per quanto riguarda l’età del personale, c’è chi è messo assai più male rispetto alla nostra regione dove la media oscilla dai 51,62 dell’Asl del Vco ai 50,78 di un paio di Asl torinesi o il 47,77 dell’Aso di Alessandria.

Sostanzialmente in linea con le altre regioni settentrionali per quanto riguarda le assenze dal lavoro: a fronte di una media nazionale del 54,2 il Piemonte scende solo di uno 0,1, ma si attesta esattamente al livello della Lombardia e del Veneto, risultando in questo assai più virtuosa della vicina Liguria dove la media dei giorni di assenza arriva a 55,3. Questi dati contemplano anche le ferie, mentre per la sola malattia i giorni di assenza media in Piemonte sono pari a 9,8. E osservando la suddivisione per categorie, si scopre che il personale tecnico e quello ammistrativo risulta più cagionevole di quello che lavora in corsia: se i medici restano a casa in media 4 giorni e mezzo, il personale tecnico supera i 15 e quello amministrativo sfiora i 12 contro i 9,3 degli infermieri. Che ci si ammali più in ufficio che in corsia? 

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