OPERE & OMISSIONI

Salvini rilancia: "La Tav va fatta"

Il leader della Lega replica alla supercazzola del premier sull'opera. "Io sarei favorevole. E i piemontesi che hanno votato sono favorevoli, e gli italiani che hanno votato sono favorevoli"

Sulla Torino-Lione il presidente del Consiglio sarebbe contrario? “E io sarei favorevole. E i piemontesi che hanno votato sono favorevoli, e gli italiani che hanno votato sono favorevoli”. Matteo Salvini torna a rilanciare sulla Tav replicando a chi gli chiedeva un commento sulla fattibilità dell’opera dopo la tortuosa dichiarazione di Giuseppe Conte di ieri alla conferenza stampa. “Bisogna viaggiare di più spendendo meno e inquinando meno. Nel contratto c’era la revisione del percorso, la richiesta di maggiori finanziamenti, un minore impatto ambientale. Mi sembrano tutti obiettivi raggiungibili”, spiega oggi il leader leghista. E mentre gli osservatori tentano di decifrare le parole del premier – che con il suo bizantinismo retorico ha offerto l’ennesima prova di doppiezza politica (“Una supercazzola” secondo alcuni) – Salvini non arretra e anzi, cavalca i venti di crisi che pare spirino con intensità crescente su Palazzo Chigi: “ Oltre la Tav ci sono tante opere da sbloccare al nord, ma soprattutto al centro e al sud. Strade, autostrade, la Roma-Latina, l’Alta velocità, le ferrovie in Sicilia. Quindi la Lega è il movimento del fare e sono convinto che anche gli amici dei 5 Stelle vogliano costruire e non bloccare, e quindi sono fiducioso”. Preparate le schede elettorali.

“Se il presidente del Consiglio mi voleva chiedere se sono disposto ad andare avanti, la risposta è sì, basta che ci siano tanti altri sì, sull’autonomia, sulla Flat tax, sulle grandi opere, che non sono solo la Tav, l’alta velocità al Sud, le ferrovie in Sicilia e Sardegna, i nuovi porti e aeroporti, spero che questo sì coinvolga tutti. Poi anche io ho sentito persone che mi hanno chiesto cosa volesse dire ieri Conte, e io l’ho interpretata in senso positivo e ottimistico, come da mia natura, come uno sprone affinché tutti lavorino senza litigi, in sintonia”, ha concluso Salvini.

Dal fronte grillino si risponde con la (ormai) tradizionale tiritera: il dossier è nelle mani di Conte. “Il fascicolo è nelle mani del presidente del Consiglio, la risposta a questa domanda non è cambiata”, ha affermato il viceministro pentastellato Laura Castelli da Torino al Clean Air Dialogue. “Noi come ministri – ha aggiunto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – cediamo il passo a quella che è una sintesi di Governo. Io ho rappresentato le problematiche sull’amianto che mi competono”.

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