OPERE & OMISSIONI

Asti-Cuneo al vaglio dell'Ue, lettera smentisce Toninelli

Rispondendo al presidente della Provincia Borgna la commissaria Bienkowska conferma che è in corso l'istruttoria sull'opera. Procedura sempre negata dal Governo. Gribaudo (Pd): "Basta con le prese in giro". Oggi summit con il governatore Cirio

Sull’Asti-Cuneo il Governo procede “indipendentemente dal famoso via libera della Commissione Europea”. Così parlò Danilo Toninelli durante il question time lo scorso 5 giugno, ribadendo di fatto la tesi sempre sostenuta dai Cinquestelle, ovvero che non è necessario il placet di Bruxelles al nuovo schema adottato dopo aver cestinato il piano, peraltro già operativo, varato dall’ex ministro Graziano Delrio. Insomma, chi se ne importa dell’Europa, mica dobbiamo chiedere il permesso: questo quanto sempre sostenuto dal ministro delle Infrastrutture. Peccato (per lui) che venga smentito da una lettera inviata da Bruxelles, proprio lo stesso giorno in cui rispondeva in Parlamento, al presidente della Provincia di Cuneo Federico Borgna.

“Confermiamo che la Commissione ha in corso un dialogo costruttivo con le autorità italiane volto ad analizzare, sia dal punto di vista degli aiuti di Stato che degli appalti pubblici, le misure presentate dalle autorità italiane per il completamento dei lavori sull'autostrada Asti-Cuneo”. Questo scrivono gli uffici della commissaria europea per il mercato interno, l'industria, l'imprenditoria e le piccole e medie imprese Elzbieta Bienkowska, alla quale il primo cittadino di Cuneo in veste di presidente della Provincia aveva chiesto chiarimenti dopo le promesse fino ad oggi non mantenute di Toninelli e del premier Giuseppe Conte in quel di Cherasco mesi fa e della successiva manfrina tra passaggi mancati al Cipe del dossier e di fronte a uno stallo da cui non si è ancora usciti.

Una sbugiardata bella e buona del ministro quella contenuta in appena tre righe di risposta a Borgna, il quale dell’Asti-Cuneo parlerà oggi con il governatore Alberto Cirio ad Alba, a margine di un convegno promosso dagli industriali. Pur su fronti politici differenti, i due cuneesi sono perfettamente in sintonia nel richiedere da tempo e con forza lo sblocco dei lavori e il completamento dell’autostrada. Un fronte comune rafforzato dai tanti sindaci che a più riprese hanno sollecitato il Governo a passare dalle parole ai fatti. Lo stesso presidente della Regione, appena insediato, ha annunciato un incontro entro la fine del mese con il ministro al quale parteciperà con l’assessore alle infrastrutture, l’ex presidente della Provincia di Asti Marco Gabusi.“Stiamo predisponendo un dossier sulle infrastrutture della nostra regione – ha detto Cirio – dall’Asti-Cuneo al Terzo Valico, dal Tenda alla Pedemontana, lo sottoporremo al ministro”.

E tornerà non poco utile al governatore quella lettera di cui oggi parlerà con Borgna. Servirà, probabilmente, per mettere il ministro di fronte all’ennesima contraddizione. Era il 5 aprile quando dagli uffici di Porta Pia in una nota si spiegava che “l’operazione di finanziamento (per il completamento dell’opera grazie all’accordo con la concessionaria del Gruppo Gavio, ndr) prevista risulta coerente con il quadro normativo vigente e con le precedenti indicazioni della Commissione europea e quindi non necessita di alcuna autorizzazione preliminare da parte dell’Ue, ma solamente di una comunicazione alla stessa da parte dell’Italia”.

Ma come? Se basta, come sostiene Toninelli, una comunicazione e non serve alcuna autorizzazione da parte di Bruxelles, perché nella lettera si fa esplicito riferimento a un’analisi delle misure presentate dalle autorità italiane? Non solo: per la prima volta la commissaria europea Bienkowska fa entrare nella vicenda dell’Asti-Cuneo, con tutto il suo possibile peso ed altrettante conseguenze l’eventualità di “aiuti di Stato”, pratica spesso foriera di divieti e sanzioni. “Sappiamo di poter contare sul presidente della Regione – osserva Borgna – ma credo che tocchi soprattutto alla Lega assumere una decisione chiarificatrice con l’alleato di Governo su una vicenda che ha dell’incredibile: il ministro dice una cosa rispetto all’Europa, poi si scopre che ne fa un’altra. Con il risultato che il cantiere è ancora fermo”.

Il nodo più intricato, uno dei punti oggetto della valutazione da parte della Commissione Europea resta quel valore di subentro ritenuto troppo elevato e per questo una sorta di ostacolo per altri eventuali concessionari diversi dall’attuale Gruppo Gavio nella gestione della Torino-Milano quando questa sarà messa a gara e aggiudicata. Un punto sul quale nell’aprile scorso aveva presentato un’interrogazione da deputata del Pd Chiara Gribaudo.

Oggi è la stessa parlamentare cuneese, di fronte alla lettera arrivata da Bruxelles, ad affermare che “Toninelli e il governo gialloverde hanno il vizio della bugia: ancora una settimana fa dicevano che per la A33 andava tutto bene, ora addirittura entra in ballo il possibile aiuti di Stato”. Gribaudo si dice convinta che “per completare 9 km che dovrebbero essere fatti da un pezzo non servono aumenti delle tariffe e regali ai concessionari che pagano i cittadini tutti, ma soluzioni che non vadano ancora una volta nell’ennesima pastoia burocratica”.

Per la deputata dem “la soluzione è a portata di mano: prendere la proposta Delrio e partire con questi lavori. Chiudiamo questa triste pagina che grida vendetta a cospetto dei cittadini cuneesi e di tutti i piemontesi” Gli stessi ai quali Toninelli e Conte hanno spiegato che non c’erano più ostacoli alla riapertura del cantiere e che non serviva il via libera dell’Unione Europea. Nel frattempo inviavano a Bruxelles il dossier su cui “la discussione tra la Commissione e le autorità italiane è ancora in corso”.

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