BERLUSCONES

Scissione alle porte, Cirio alla finestra

In Forza Italia si avvicina lo showdown. Giovedì prossimo Toti potrebbe rompere definitivamente e dar vita a un nuovo soggetto politico. In Piemonte il senatore Berutti pronto a lanciare i circoli. Il governatore prudente, troppo secondo alcuni: "Un paraculo"

Delusione e Rivoluzione. Giovanni Toti prepara in fretta il contenitore del mugugno contro l’attuale linea politica di Forza Italia, anticipa a luglio l’annunciata (qualche settimana fa in un gremito teatro Brancaccio) rivoluzione d’ottobre e già oggi potrebbe condensare queste due azioni strategiche in un segnale inequivocabile affidato ai social: la nascita dei circoli di Italia in crescita. Molto lascia supporre che si sia a un passo o poco più dallo strappo. Probabilmente giovedì quando Toti, Mara Carfagna, Antonio Tajani e le due capogruppo Annamaria Bernini e Mariastella Gelimini torneranno ad incontrarsi per partorire il documento con le indicazioni organizzative per il congresso di fine anno.

A chi, ieri alla festa della Lega a Golasecca, dove c'era anche il presidente della Lombardia Attilio Fontana, gli ha chiesto come andrà la riunione di giovedì, Toti ha risposto: “Auspico bene, penso non bene". Poco meno di una dichiarazione anticipata di fallimento. E mentre il governatore ligure, agli occhi e nell’auspicio (pur anche per ragioni differenti) di molti, pare procedere sempre più spedito verso la scissione, il suo collega piemontese nonché molto amico e altrettanto vicino a lui politicamente, resta alla finestra.

Standing istituzionale e accortezza politica s’intrecciano nella posizione, attendista e apparentemente equidistante dai fronti azzurri, di Alberto Cirio. Difficile trovare uno più storicamente totiano del presidente della Regione (pur vantando un altrettanto ottimo link con il principale nemico di Toti, Antonio Tajani): il rapporto tra i due è tanto noto quanto solido. Addirittura tale da non far innervosire più di tanto lo stesso Toti di fronte a quell’assenza del collega piemontese al Brancaccio e, probabilmente, neppure davanti a quell’atteggiamento di surplace che, invece, nell’entourage dell’ex consigliere del Cav viene bollato in modo non altrettanto benevolo: “paraculo”. Del resto a Cirio è ben chiaro come un suo posizionamento apertamente a favore del collega ligure potrebbe creargli qualche problema se le cose non andassero come Toti (e non solo lui) prefigura. Altrettanto chiara la convenienza politica e l’opportunità istituzionale di restare, almeno, per ora alla finestra, annusando l’aria.

Chi, invece, è già in strada pronto a macinare chilometri per costituire i circoli di cui oggi Toti potrebbe annunciare la nascita è il parlamentare che ormai viene riconosciuto come il suo proconsole in terra allobroga: Massimo Berutti, il senatore tortonese che insieme al deputato Osvaldo Napoli e (assai più defilata, anch’essa in un ruolo di attenta osservatrice di quel che può accadere) alla collega Daniela Ruffino si è schierato dall’inizio con l’inquilino di piazza De Ferrari.

“Aspettiamo giovedì” diceva ancora ieri sera Berutti indicando quella che potrebbe essere, ancor più dopo la previsione di Toti, la data dello strappo. Lui e il governatore della Liguria si sono visti all’inizio della settimana scorsa e torneranno a farlo forse già domani. “Del circoli abbiamo parlato rapidamente” conferma il senatore piemontese, pronto a tesserla in fretta nella sua regione quella rete “che non capisco perché dia fastidio a una parte di un partito che dicendosi liberale dovrebbe favorire le aperture, invece di chiudersi a riccio”. Che ci sia bisogno di “un centrodestra nuovo, coerente ai bisogni di questo Paese, che non abbia nostalgia del passato ma con il coraggio di fare un passo avanti tutti insieme per costruire un'offerta politica che duri per i prossimi vent'anni e finalmente dia ai cittadini quelle risposte che servono ovvero grandi opere, attenzione per le imprese, crescita del Pil, formazione, occupazione e finalmente autonomia” Toti lo ha ribadito ieri, ospite del partito di Matteo Salvini. E ha precisato, chi ha orecchie per intendere intenda, che “il rinnovamento del centrodestra proseguirà comunque, con o senza Forza Italia".

Probabilmente non bisognerà aspettare neppure la fine della settimana per capire se sarà così, se quella scissione ormai nell’aria si compirà in una sorta di 25 luglio posticipato di pochi giorni. E scoprire se Cirio, di fronte all’attacco al Cavaliere e al partito da parte di Toti, si schiererà con il suo collega ligure, già compagno di banco per un breve periodo a Strasburgo. Oppure resterà alla finestra. Che, però, non sarà la stessa cosa di quando l’ha fatto per ascoltare Al Bano a Barolo, mentre Toti aveva appena lanciato dal Brancaccio la sua rivoluzione.