Rimborsopoli, Cirio archiviato

Con il governatore del Piemonte escono definitivamente dall'inchiesta anche altri 27 consiglieri dell'era Bresso, tra cui i parlamentari del Pd Gariglio, Lepri e Laus. Il reato ipotizzato era quello di peculato. Una decisione che scaccia lo spettro della legge Severino

Archiviazione per Alberto Cirio e per gli altri 27 consiglieri, in carica dal 2008 al 2010, che erano stati indagati di peculato per la presunta rimborsopoli in Regione. Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica, formulata lo scorso luglio. Per altri 18 indagati è stata fissata al 28 ottobre l’udienza preliminare. Una decisione che era nell’aria e di cui si è avuta conferma in queste ore. Il governatore, dunque, è totalmente estraneo ai fatti ipotizzati nelle prima fasi dell’inchiesta, così come gli altri consiglieri tra cui gli attuali parlamentari del Pd Davide Gariglio, Stefano Lepri e Mauro Laus.

Oltre a quella del governatore, sono state archiviate le posizioni di: Mariano Turigliatto, Caterina Ferrero, Lorenzo Leardi, Giampiero Leo, Deodato Scanderebech, Graziella Valloggia, Gian Luca Vignale, Piergiorgio Comella, Sergio Cavallaro, Rocchino Muliere. E ancora: Angela Motta, Mariano Rabino, Marco Travaglini, Gian Piero Clement, Wilmer Ronzani, Juri Bossuto, Sergio Dalmasso, Alberto Deambrogio, Ugo Cavallera, Luigi Ricca, Luca Pedrale, Elio Rostagno, Paolo Cattaneo, Alessandro Bizjak.

Per Cirio è la scomparsa di una spada di Damocle che pendeva sul suo ruolo al vertice della Regione: un’eventuale condanna, anche in primo grado, in base alla legge Severino avrebbe comportato la sospensione dall’incarico al vertice del governo regionale. Lui si è sempre detto certo della sua estraneità ai fatti e la decisione del giudice gli ha dato ragione. L'inchiesta ha riguardato il periodo compreso tra il gennaio 2008 e il febbraio 2010, la  legislatura in cui a presiedere la giunta di centrosinistra era Mercedes Bresso, che era totalmente estranea a ogni addebito.