Rosso: "Meloni troppo a destra"
16:30 Venerdì 04 Ottobre 2019Qualche frase catturata alla cena di Trino Vercellese indispettisce la leader di Fratelli d'Italia e mette nei guai l'assessore regionale. Agitazione per la richiesta d’ingresso di Pedrale
Qualche parola in libertà, considerazioni per molti versi comprensibili vista la matrice democristiana dell’uomo, e poi c’è sempre uno spione che va a spifferare ogni parola ai diretti interessati: così l’assessore regionale di Fratelli d’Italia Roberto Rosso s’è inguaiato con le sue stesse mani, anzi con la sua stessa lingua.
Erano presenti numerosi sindaci e amministratori locali alla cena di mercoledì sera a Trino Vercellese, uno dei feudi storici dell’ex coordinatore di Forza Italia in Piemonte, già più volte parlamentare e sottosegretario sotto le insegne berlusconiane. Il piatto forte è il partito, la sua organizzazione sul territorio: “Dobbiamo promuovere un paio di iniziative pubbliche, buttare le reti e a fine novembre vediamo cosa abbiamo tirato su” dice ai suoi interlocutori, tra i quali compaiono l’assessore di Vercelli e segretario provinciale Emanuele Pozzolo, il sindaco di Cigliano Diego Marchetti, il collega di Trino Daniele Pane. Tra i presenti anche il coordinatore regionale Fabrizio Comba. Insomma, c’è da sferrare l’ultimo attacco alla moribonda Forza Italia, strapparle ancora qualche eletto nei consigli comunali, proseguire con quell’azione di proselitismo che sembra dare i suoi frutti. Uno degli ultimi a bussare alla porta di FdI è stato Luca Pedrale, ex capogruppo del Pdl nella legislatura Cota, poi caduto in disgrazia anche per l’ostracismo subito all’interno del suo stesso partito, che ha rifiutato di candidarlo a sindaco nella sua Vercelli. Dai parenti-serpenti di Forza Italia ai fratelli-coltelli, tra i quali più d’uno ha storto il naso di fronte alla sua richiesta, che per il momento è rimasta congelata.
Certo, il reclutamento sarebbe più facile se Giorgia Meloni non fosse “troppo a destra”, quasi a scimmiottare quotidianamente Matteo Salvini è stato il pensiero espresso da Rosso. In particolare, rispondendo a una domanda del sindaco di Trino, Rosso ha risposto pane al Pane: a suo giudizio, la Meloni “dovrebbe guardare più al centro” dove c’è una prateria in cui rischia di pascolare senza concorrenti l’altro Matteo, Renzi. Un pensiero coerente per chi ha mosso i suoi primi passi nella Balena Bianca e poi è finito a combattere per la Rivoluzione liberale di Silvio Berlusconi: diciamo che il sovranismo non è esattamente nelle corde di Rosso.
Già aveva indispettito più di un compagno di partito quando, all’inaugurazione del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale disse che “senza gli eroi della Resistenza, il nostro mondo non sarebbe quello che conosciamo. Dobbiamo lavorare perché mano a mano che se ne perde la memoria diretta, si trovi il modo di coinvolgere i giovani cosicché sappiano ciò che è stato, e che la parte della libertà, della democrazia e della tolleranza ha vinto allora e per il futuro”. “Per i 75 anni dalla liberazione, il prossimo anno – aveva detto Rosso – si deve organizzare una grande festa di riconciliazione. Mi auguro che il presidente Stefano Allasia voglia costruire un percorso in tale direzione”.