OPERE & OMISSIONI

Città della Salute incagliate,
Chiamparino va dal ministro

Missione romana per l'ex governatore e Salizzoni. Cresce la preoccupazione per la (non) gestione della giunta dei dossier di Torino, Novara e Vco. E mentre nel centrodestra continuano a discutere, si stringe il cerchio attorno all'assessore Icardi

Una manovra di accerchiamento per condurre l’assessore alla Sanità Luigi Icardi fuori da quel vicolo cieco in cui lui stesso si è cacciato. Dopo la protesta delle mamme, la rivolta dei medici, gli attacchi dei sindacati, ora pure l’opposizione in Consiglio regionale s’inserisce nella delicata partita del Parco della Salute di Torino e in generale dei programmi di edilizia sanitaria del Piemonte, sempre più un rebus per la giunta di centrodestra. Dal superospedale di Novara, al nuovo nosocomio unico del Vco, ormai in versione itinerante nel risiko dei leghisti verbanesi e ossolani: oggi a Ornavasso, domani a Domodossola, dopodomani chissà.

Questa mattina sono partiti in missione, alla volta di Roma, l’ex governatore Sergio Chiamparino e il vicepresidente di Palazzo Lascaris Mauro Salizzoni, il re dei trapianti, primo sponsor del Parco della Salute di Torino. Direzione ministero della Salute dove già un mese fa erano stati ricevuti dal capo della segreteria di Roberto Speranza con la promessa di un aggiornamento in tempi brevi. E l’occasione si è ripresentata oggi per uno stato di avanzamento lavori in cui i due hanno disegnato un quadro a tinte fosche, tornando a ribadire i timori che salti tutto e auspicando un gioco di sponda per il bene dei piemontesi.  

Nella Lega ormai si litiga quotidianamente: e se nel Vco i dissidenti hanno alzato i tacchi a fronte della scelta di spostare la sede del nuovo nosocomio da Ornavasso a Domodossola, a Novara l’attuale sindaco Alessandro Canelli ha battuto i pugni per sbloccare il progetto della Città della Salute.

Intanto nel capoluogo si moltiplicano le proteste dopo l’annunciata ipotesi di escludere il Regina Margherita dalla nuova struttura e addirittura di spacchettare il Sant’Anna. Contro questa suggestione – l’ennesima avanzata da Icardi – sabato è previsto un flash mob in piazza Castello organizzato da un movimento d’opinione composto essenzialmente da donne – infermiere, dottoresse, professioniste a capo di associazioni – che all’interno di una chat su watsapp ha già messo insieme più di trecento persone. Che farà la Regione? Oggi in aula il capogruppo di Luv Marco Grimaldi è tornato a chiedere lumi sul team di esperti che l’assessore ha designato per decidere che fare del Sant’Anna, ma senza ottenere risposta.

Perché i nomi degli esperti non sono pubblici? Perché si dice che non si vogliono rendere pubblici per evitare pressioni indebite?”, ha domandato in Grimaldi, presentando un’interrogazione urgente sul destino del Regina Margherita e del Sant’Anna. Al contempo, tutti i consiglieri di opposizione hanno firmato la richiesta di Grimaldi di un Consiglio straordinario sul tema. “È nostro diritto” – prosegue Grimaldi – “sapere di che cosa si sta parlando. Se è stato detto all’opinione pubblica che c’è un pool di esperti che compie scelte a nome dell’assessore, i loro nomi devono essere resi pubblici. Sembra che Icardi scappi e prenda tempo, mentre da mesi chiediamo un dibattito pubblico sull’edilizia sanitaria”. Gli organi di stampa hanno riportato infatti che l’Assessore Icardi avrebbe nominato tre “esperti” per decidere sul destino del complesso materno-infantile, rifiutando però di esplicitarne l’identità. Le intenzioni della Giunta sembrano quelle di tenere il Regina Margherita fuori dal progetto, mentre sul Sant’Anna ancora non è chiaro se si voglia includerlo, escluderlo o “spezzettarlo”. In realtà, Icardi si è smentito in aula, sostenendo di essere stato frainteso: i presunti esperti sarebbero in realtà semplicemente tre “livelli” su cui si è proceduto ad avviare delle consultazioni: operatori dei due ospedali, “persone che si occupano di reti” ed enti di consulenza legati al Servizio Sanitario Nazionale (Istituto superiore di sanità, Aifa e Agenas).