BERLUSCONES

Forza Italia, "commissariato" il commissario

Marcassa sostituisce Ferrandi alla guida del partito di Novara. Ma non si placa la rivolta di un gruppo di amministratori e iscritti. Serve una discontinuità netta con la gestione Sozzani e un congresso vero

«La nomina di Marcassa? Una provocazione di dubbio gusto ci auguriamo vivamente si tratti soltanto di uno scherzo e che chi di dovere abbia modo di ripensarci, portando la provincia di Novara al congresso in tempi non rapidi ma rapidissimi». A ventiquattr’ore dalla designazione di Massimo Marcassa, già sindaco di Oleggio, quale nuovo commissario novarese di Forza Italia non pare affatto placata la fronda interna promossa da un gruppo di dirigenti e iscritti azzurri che nei giorni scorsi hanno sottoscritto un appello pubblico per chiedere la celebrazione di un congresso, segnando una marcata discontinuità con la gestione di Diego Sozzani, parlamentare finito recentemente nell’inchiesta per la presunta Tangentopoli lombarda.

A Daniele Andretta e agli altri 18 firmatari – tra i quali compaiono Girolamo La Rocca, consigliere regionale nella IX legislatura, e numerosi ex amministratori – pare non siano bastate le rassicurazioni del coordinatore regionale Paolo Zangrillo circa il compito affidato a Marcasso di portare il partito a un congresso “che dovrà essere unitario”. Anzi, in una nota i contestatori replicano alle parole del commissario uscente, l’ottuagenario Gaudenzio Ferrandi, che ieri aveva ammesso di non sapere “nemmeno chi siano” molti dei promotori della protesta, mentre altri “alle ultime elezioni regionali hanno lavorato per altri partiti”. «Crediamo sia una scelta gravissima che non necessiti di alcun ulteriore commento. Ancor più se chi l’ha determinata ammette candidamente di “conoscere poco alcuni firmatari” e quindi di non essersi nemmeno sufficientemente informato».

Insomma, il clima resta piuttosto caldo. Neppure il ramoscello offerto dal neo commissario che ha auspicato un “periodo di pacificazione” pare essere raccolto. «Vogliamo sottolineare che non serve una pacificazione – scrivono Andretta e soci – in quanto non c’è alcuna guerra in atto, ma solo la legittima richiesta di una ampia base di potersi esprimere sulle necessità che abbiamo ampiamente espresso nel contenuto della nostra lettera aperta ai vertici nazionali e regionali del partito». La crisi di Forza Italia è grave e non può essere affrontata con operazioni di maquillage o soltanto con progetti di riorganizzazione. «Abbiamo parlato di sviluppo del novarese e della possibilità di far tornare a crescere il nostro territorio che più di altri nel nordovest ha sofferto in questi anni di recessioni e di indecisioni politiche territoriali. E adesso siamo ancor più preoccupati perché il nostro parlamentare ha dichiarato che si occuperà d’altro. Di Novara chi si interesserà più, sempre che questa parte interessi ancora,  e non ci si voglia limitare a garantire una cadrega per se stessi?».