PALAZZO LASCARIS

Canoni idrici, topica di Preioni

Il capogruppo della Lega scorta in commissione l’Anci, ma il presidente non si presenta e l’associazione dei Comuni ammette perplessità sul testo. Al posto di Corsaro c'è il leghista Marchioni, sindaco di Omegna, che parla "a titolo personale". Imbarazzo generale

La Lega tracima sulle dighe e l’imbarazzo travolge come un fiume in piena i lavori della prima commissione impegnata nelle audizioni previste dall’iter per l’approvazione della legge regionale sui canoni idrici. Manco a dirlo, dietro, o più precisamente a fianco della vicenda e a uno dei suoi protagonisti, pure stavolta c’è l’immancabile capogruppo Alberto Preioni.

È, infatti, accompagnato da lui che si presenta di fronte alla commissione, il vicepresidente di Anci Piemonte Paolo Marchioni. Prima era stata la volta dell’Uncem con Lido Riba, poi di Franca Biglio – presidente dell’associazione dei piccoli comuni – e ancora di altri soggetti interessati al progetto di legge sull’annosa questione che era arrivata al punto di far paventare una secessione da parte del Verbano-Cusio-Ossola verso la Lombardia e aveva pure indotto la giunta di Sergio Chiamparino a tamponarla con alcune erogazioni.

Ma torniamo a Preioni e al compagno di partito Marchioni. Già al solo vederli arrivare insieme, scortati da Paolo Marchesa Grandi, l’ex sindaco di Loreglia ora capo dello staff el capogruppo, più d’uno ha alzato il sopracciglio. Già, perché Marchioni, sindaco di Omegna, è giunto lì per portare il pensiero di Anci regionale o almeno così si presumeva. Tutti si attendevano che, non presentandosi il presidente Andrea Corsaro, sarebbe stato il suo vice a dire cosa ne pensa l’associazione di quella che ormai in via Alfieri hanno ribattezzato legge Preioni. Così sarebbe dovuto succedere.

Invece il numero due dell’Anci prende la parola per spiegare che il suo non potrà che essere un intervento a titolo personale, giacché sul progetto di legge l’associazione non ha ancora una linea chiara e definita, essendoci al suo interno differenti vedute e non poche perplessità. Tanto, a quanto risulta, che la stessa assenza di Corsaro dovrebbe essere letta proprio in questo contesto. Occhi che strabuzzano, sguardi che si incrociano, secondi che di fronte a quella premessa, anticipata dall’arrivo in coppia con il capogruppo, sembrano non passare mai sospendendo il tempo insieme alla ragione. Che senso ha – s’interrogano molti consiglieri – ascoltare un sindaco, perdipiù proprio di quella provincia che ha sollevato fino al referendum secessionista la questione dei canoni idrici, che parla per sé e non per l’associazione che qui dovrebbe rappresentare? Ciononostante, Marchioni incomincia il suo intervento e lo prosegue, tra ovvi apprezzamenti del testo, fino a quando due consiglieri, quello del Pd Maurizio Marello e quello di Fratelli d’Italia Paolo Bongioanni, chiedono al presidente della commissione Carlo Riva Vercellotti di escludere dal verbale quell'intervento, proprio perché a titolo personale.

L’imbarazzo è palpabile, la topica enorme, il volto scuro di Preioni che si allontana, la conferma. “Incommentabile” il giudizio che il capogruppo dem Domenico Ravetti darà su quell’audizione che doveva essere dell’Anci e che invece il sindaco di Omegna, pur premettendolo, ha interpretato come sua (o del suo partito, insinua non senza fondamento più d’uno).

Sarebbe bastato comunicare che sul progetto di legge in materia di canoni idrici Anci Piemonte discuterà venerdì e comunicherà le sue valutazioni al Consiglio delle autonomie locali. Ma questa mattina, in commissione, la Lega con il vicepresidente dell’associazione accompagnato dal capogruppo ha preferito aprire il rubinetto. Facendola finire fuori dal vaso.    

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