POLVERE DI (5) STELLE

Il difficile rilancio del M5s, ci pensano i "facilitatori"

Presentati ufficialmente i sei coordinatori piemontesi del movimento grillino. Formazione, rapporti con la base e con chi è fuori dal partito sono i tre ambiti in cui agiranno. Cautela su un Appendino bis nel 2021

Sondaggi in picchiata e débâcle elettorali consigliano al Movimento 5 stelle una sterzata a partire dall’organizzazione di una forza politica che non è un partito ma non è ancora chiaro cos’altro sia. Con questo spirito è stata istituita la figura dei facilitatori, dal livello nazionale a quello locale, che in altri tempi e luoghi si chiamerebbero segretari o responsabili enti locali. Si sono presentati oggi alla stampa i sei facilitatori piemontesi: quattro uomini e due donne, tre dell’area metropolitana torinese e altrettanti del Piemonte Orientale. Torna in campo Davide Bono, da molti considerato il coordinatore in pectore del M5s regionale: 40 anni, due volte consigliere regionale dopo essere stato sconfitto prima da Roberto Cota e poi da Sergio Chiamparino.

Bono si occuperà di relazioni interne assieme al consigliere regionale alessandrino Sean Sacco. Il primo avrà autorità su Torino, l’altro sulle restanti province della regione. Per il settore formazione e coinvolgimento, invece, la senatrice Elisa Pirro di Orbassano e l’ex consigliere comunale di Novara Luca Zacchero. Le relazione esterne infine saranno affidate ai consiglieri regionali Sarah Disabato di Collegno e Ivano Martinetti di Cuneo.

L’orizzonte è il 2021 con le elezioni a Torino dove la sindaca uscente Chiara Appendino non ha ancora sciolto la riserva riguardo a una sua possibilie ricandidatura, posticipando ogni decisione a dopo l'estate. Il tutto mentre aleggia l'ipotesi di un fronte comune con il Pd da far convergere su un candidato civico (il rettore del Politecnico Guido Saracco?). “La ricandidatura di Appendino? Prevedrebbe una serie di revisioni delle regole del MoVimento 5 Stelle – afferma Elisa Pirro, senza tuttavia escludere l’eventualità –. Al momento il regolamento prevede che si possono svolgere solo due mandati. Se nel corso degli Stati Generali ci saranno variazioni di queste regole si potrà aprire una discussione sull’argomento, al momento parliamo di una cosa non applicabile”.

Spiega Bono: “È necessario riorganizzare il Movimento per superare dei momenti di difficoltà che abbiamo attraversato in questi ultimi mesi” in vista degli stati generali (che nel lessico grillino sono il congresso) previsti ad aprile, forse proprio a Torino. Prima di tutto però c’è da lavorare sulla manifestazione di Roma del 15 febbraio (“contro l’inerzia sul taglio dei vitalizi”) e il referendum sul taglio dei parlamentari, ma soprattutto di preparare le liste per le elezioni comunali che si svolgeranno in primavera, a partire da Venaria Reale che torna al voto dopo alcuni mesi di commissariamento seguiti al defenestramento da parte della sua stessa maggioranza, del primo sindaco grillino del Piemonte, Roberto Falcone, eletto nel 2015.

Quale sia il compito dei facilitatori (“una funzione, non un ruolo” tengono a precisare i magnifici sei dopo le polemiche anche interne su selezione lampo e candidature) non è ancora chiaro e soprattutto non si capisce il livello di autonomia che avranno rispetto al nazionale.