EMERGENZA SANITARIA

Mezzo Piemonte off-limits

Passa la linea dura di Cirio. Con Alessandria e Asti, inserite nella prima bozza del decreto del Governo, diventano zone rosse anche le province di Novara, Vercelli e Vco. Escluse, per il momento, Torino, Cuneo e Biella - DOCUMENTO

“Vincolo di evitare ogni spostamento” in mezzo Piemonte. Nella notte il premier Giuseppe Conte ha firmato un decreto che limita le possibilità di movimento nelle zone più colpite dal contagio. Oltre alle province di Asti e Alessandria, inserite nella prima bozza tra le aree di massima allerta, vengono classificate “zone rosse” anche le province di Novara, Vercelli e Vco. Accolta quindi la linea dura del governatore Alberto Cirio che nelle sue osservazioni al testo del Governo aveva auspicato misure maggiormente stringenti per la sua regione.

Non è un “divieto assoluto”, spiega: sarà possibile muoversi per lavoro, emergenze e motivi di salute. Ma la polizia potrà fermare i cittadini e chiedere loro perché si stiano spostando nei territori più a rischio. Numerose le prescrizioni e le limitazioni. Chiuse scuole, palestre, piscine e centri benessere, musei, centri culturali, cinema, teatri e stazioni sciistiche. Centri commerciali aperti solo dal lunedì al venerdì. Bar e ristoranti potranno stare aperti dalle 6 alle 18 purché garantiscano almeno un metro di distanza tra i clienti: la sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione. D’ora in poi chi avrà febbre da più di 37,5 gradi centigradi e infezioni respiratorie è fortemente raccomandato di restar presso proprio domicilio, a prescindere che siano positivi o no. Misure immediatamente in vigore e che dureranno almeno fino al 3 aprile. “Mi assumo la responsabilità politica” di queste decisioni: “Ce la faremo”, ha detto il premier a notte fonda.

Qui il decreto del presidente del Consiglio

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