SANITA' & POLITICA

Sanità monocolore in Piemonte, la Lega impone anche La Valle

Da corso Regina a corso Bramante: tutta la prima linea è in mano al Carroccio. Nonostante perplessità e resistenze Icardi piazza l'attuale direttore sanitario alla guida della Città della Salute. Una scelta che segna la sudditanza di Cirio ai voleri del partito di Salvini

Alla fine Alberto Cirio ha ceduto. Nonostante l’intenzione del governatore di proseguire con l’interim affidato, secondo le regola, al direttore amministrativo Valter Alpe, la Lega e soprattutto l’asse tra l’assessore Luigi Icardi e il direttore regionale Fabio Aimar ha ottenuto quel che voleva: la nomina a commissario della Città della Salute dell’attuale direttore sanitario Giovanni La Valle.

Non è mai stato un mistero che dal momento delle dimissioni a sorpresa di Silvio Falco, ma in realtà ancor prima quando il clima tra corso Regina e l’ormai ex direttore generale delle Molinette si era fatto sempre più teso, sia Icardi sia Aimar avessero cominciato a premere sull’acceleratore per affidare la più grande struttura ospedaliera piemontese e tra le maggiori d’Europa a La Valle, nel frattempo sempre più presente all’Unità di Crisi e a fianco dell’assessore.

Proprio il manager balzato alle cronache quattro anni fa per aver vinto un concorso per direttore del presidio di Chivasso bandito da lui stesso in quanto direttore sanitario dell’Asl. Nulla di illegittimo, venne stabilito. Ma la questione di opportunità e l’immagine che se ne ricavò non fu propriamente edificante. C’è chi ricorda quel precedente per sintetizzare le non nascoste ambizioni di La Valle, che nel 2016 provò a rimanere in aspettativa assumendo la direzione del presidio. Allora fu l’assessore Antonio Saitta a richiamare a “criteri di trasparenza”, invitando il manager a dimettersi “quanto prima dal ruolo al vertice dell’Asl”.

L’abbandono di Falco della plancia di comando delle Molinette proprio nel giorno in cui esplose l’emergenza coronavirus indispettì non poco Cirio, ma contestualmente vide arrivare al governatore una serie di segnali – interni alla struttura ospedaliera, ma anche dal mondo universitario, per non dire del suo partito – tesi a frenare i piani della Lega. Fosse stato per Icardi la nomina di La Valle, che ultimamente si è visto spesso a iniziative pubbliche e incontri privati con esponenti del partito di Matteo Salvini, sarebbe stata fatta già pochissimi giorni dopo le dimissioni di Falco.

Sembrava che il governatore, dando anche ascolto a Forza Italia, avesse deciso di tenere le redini della questione anche per impedire una occupazione manu militari della sanità da parte della Lega, che già aveva fatto un filotto con Icardi, Aimar e il capo dell’Unità di Crisi Mario Raviolo, praticamente dirimpettaio dell’assessore, restringendo a un’area di pochi chilometri quadrati nel Cuneese le figure apicali. Insomma, Alba e dintorni genius loci della sanità piemontese: chi l’avrebbe mai detto.

Il governatore, abdicando nei fatti al proprio ruolo e consegnando il più importante comparto della Regione all’azionista di maggioranza, rinuncia anche a quel salutare equilibrio di pesi e contrappesi possibile solo con la presenza di soggetti di diversa estrazione politica. Cirio occupa la scena mediatica, ma altri gestiscono. Con questa scelta si afferma un monocolore ai vertici della sanità regionale. Pericoloso, molto pericoloso. Al di là della qualità dei singoli (e, persino, di disinvolte abitudini di alcuni di essi). E non è servito neppure che alcuni esponenti di rilievo della Lega avessero storto il naso all’ipotesi di affidare il commissariamento, con la non nascosta prospettiva di una successiva direzione generale, a La Valle, tanto più considerando l’importanza e la delicatezza del progetto, con appalti e quanto consegue, per la realizzazione del futuro Parco della Salute.

La dichiarata ferma intenzione del governatore di tenere il punto, mantenendo l’interim in capo ad Alpe ed eventualmente poi affidare a lui il ruolo di commissario, si è sciolta come neve al sole. Il presidente si è prostrato ai diktat della Lega (anzi, di una parte di essa) e il disegno, nel cassetto di Icardi e Aimar, si è concretizzato con la firma dell’atto di nomina di La Valle. La firma di Cirio, agli occhi di molti, è quella di un notaio.

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