EMERGENZA POLITICA

Litigano pure sulla beneficienza

Al Comune di Torino scontro tra M5s e Pd dopo la proposta di devolvere un gettone di presenza (120 euro) alle famiglie in difficoltà. I dem provocano, i grillini si rifiutano. Miserie umane e miserie economiche

Gettone sì, gettone no? “Devolviamolo per l’emergenza Covid”, “Ma poi chi se ne prende i meriti?”, “Dev’essere un’iniziativa condivisa, non di questo o di quel gruppo politico” e poi saranno tutti d’accordo? Quanta miseria per un gesto tanto nobile. E non è certo quella economica. Più di due ore di discussione alla conferenza dei capigruppo stamani a Palazzo Civico, dov’è scoppiato il panico dopo la proposta di Eleonora Artesio (Sinistra in Comune) di devolvere un gettone di presenza (120 euro circa) per sostenere i torinesi in difficoltà in questi giorni tanto bui. Un gesto simbolico, circa 5mila euro in tutto, per dire che anche la politica è vicina a chi da settimane combatte.

Lunedì, infatti, a Torino ci sarà il primo consiglio comunale dopo lo scoppio dell’epidemia: sarà in videoconferenza così come già si svolgono le commissioni. La proposta era stata anticipata via social da Deborah Montalbano e lanciata a tutti i colleghi: “Cosa ne dite di devolvere il compenso di un gettone di presenza al mese, fino a fine emergenza, alla rete solidale o al fondo della protezione civile per acquistare beni di prima necessità per le famiglie in difficoltà?”.

Ecco un brevissimo resoconto della riunione a Palazzo Civico:

Eleonora Artesio (Sinistra): “Devolviamo il gettone di lunedì per chi è in difficoltà?”
Enzo Lavolta (Pd): “Per me possiamo anche rinunciare allo stipendio intero di marzo”
Raffaele Petrarulo (Sicurezza e Legalità): “C'è chi ci campa con quei soldi, allora perché non devolvete anche i vostri stipendi percepiti al di fuori della politica?”
Stefano Lo Russo (Pd): “Io estenderei la proposta anche a tutta la giunta, Appendino compresa. L’importante è che sia un’iniziativa condivisa”
Valentina Sganga (M5s): “Tagliamo i fondi destinati al funzionamento dei gruppi consiliari”

Dopo essersi sfogata coi colleghi degli altri gruppi – “ci siamo stancati di sentirci definire morti di fame usurpatori di risorse comunali” – la Sganga (M5s) conclude la riunione rifiutando la proposta che doveva essere condivisa e invece se l’era già intestata la Montalbano su facebook, “annuncio ufficialmente che noi non siamo d’accordo, presenteremo in aula le nostre proposte”. Esce dal convulso incontro e si attacca ai social. In un lungo post dalle velleità sociologiche scrive che “il classismo di alcuni colleghi mi indigna”. Ce l’ha coi consiglieri del Pd “che da partito di sinistra sono diventati da tempo rappresentanti delle élite e del ceto medio-alto”. E poi “se decido di donare lo voglio fare liberamente” perché “il problema qui è più politico”. Politico? In fondo Artesio e Montalbano avevano solo chiesto di rinunciare a un centinaio di euro per girarli a qualche famiglia torinese in difficoltà. Miserie umane e miserie economiche. 

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