PALAZZO LASCARIS

Consiglio in quarantena, Autonomia al palo

Rappresaglia delle opposizioni dopo lo "sgarbo istituzionale" della giunta. A poco meno di un anno dall'insediamento la tanto agognata (dalla Lega) Commissione speciale resta nel limbo. E a Preioni viene affiancato un capogruppo di sostegno

Riunioni virtuali e inciampi reali costellano questi giorni l’attività del Consiglio regionale, anch’essa compresa nello smart working, con poltrone del salotto o sedie del tinello che sostituiscono gli scranni di Palazzo Lascaris. E se l’emergenza Covid 19 impone stravolgimenti di riti e procedure, non sempre dipende da essa se qualcosa non va per il verso giusto o non si procede con quell’Altra Velocità per il Piemonte da Alberto Cirio in campagna elettorale e rimasta, fino ad oggi, uno slogan con scadenza da yogurt.

Manca poco al compimento del primo anno della legislatura e anche uno degli obiettivi meno complicati da raggiungere pur essendo simbolicamente tra i principali per la maggioranza e in particolare per la Lega, resta ancora lontano. La commissione per l’Autonomia, totem dell’iconografia del principale azionista della coalizione, era lì, a un passo, dall’essere votata l’altro giorno, dopo una gestazione elefantina.

La discussione era fissata dalle 17 alle 18, ma tutto salta: il Pd aveva, a suo tempo, presentato in commissione degli emendamenti dei quali la maggioranza aveva rinviato la discussione in aula, ma poi nulla era stato fatto più sapere ai dem. A quel punto il capogruppo Domenico Ravetti dice: “interrompiamo la discussione e ci direte qualcosa la prossima settimana”. Che non sarà la prossima, perché la prima seduta del consiglio ci sarà soltanto il 21, ma anche in quella data non passerà la commissione tanto cara alla Lega e della quale, è già deciso, sarà presidente Riccardo Lanzo.

Il prossimo Consiglio regionale dovrà, infatti, votare il componente del consiglio generale della Compagnia di San Paolo. Il nome è già deciso ed è quello di Carlo Picco, attuale commissario dell’Asl Città di Torino, incarico che manterrebbe anche se sono più che prevedibili ricorsi visto che c’è chi ravvisa un’incompatibilità in base all’articolo 13 della legge regionale 39 del 23 marzo 1995 che indica tra le figure incompatibili “coloro che prestano non sporadicamente consulenza alla Regione e ad altri enti soggetti a controllo regionale o siano legati agli stessi da rapporti di collaborazione continuativa”.

Ma anche sulla modalità di voto, per l’indicazione di Picco ci sono problemi: il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia aveva previsto avvenisse con la spedizione in busta chiusa non riconoscibile, mentre a questo sistema di è opposto il capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone. Per garantire il voto segreto, quindi, non è escluso che i consiglieri vengano invitati a recarsi, singolarmente o comunque in numeri ridottissimi e orari diversi a Palazzo Lascaris per inserire la scheda nell’urna.

Comunque sia, non sarà neppure quello il giorno del battesimo della commissione tanto voluta e tanto attesa dalla Lega. Fino al punto da far partire l’ennesima sortita del capogruppo Alberto Preioni che ha avuto effetto urticante sulle minoranze e in particolare sul Pd. “Va bene, volete i dati, i numeri sulla situazione dell’emergenza – ha in sostanza detto il leghista – però in cambio dovete far passare in fretta la commissione autonomia”. Facilmente immaginabile la reazione di Ravetti. “Qui non c’è niente da mercanteggiare – ribadisce dopo quello scontro – né vogliamo mettere sotto accusa nessuno. Vogliamo collaborare in una situazione di gravissima emergenza e per farlo chiediamo di avere dati certi, numeri, relazioni”.

Ieri pomeriggio altra preionata. In (tele)conferenza dei capigruppo, quello del Pd e gli altri di minoranza tornano a chiedere di avere lumi dall’assessore Luigi Icardi, che dovrebbe andare in quarta commissione mercoledì. “Tra un po’ l’assessore parla in conferenza stampa – se ne esce Preioni – basta che la seguiate in streaming”. Putiferio. La “soluzione” messa sul tavolo dal capogruppo leghista è una miccia nella polveriera. Silvio Magliano va su tutte le furie, Mario Giaccone non nasconde la sua reazione e il pur mite Ravetti va in bestia.

Un capolavoro di interpretazione istituzionale dei ruoli e delle procedure, quello del leghista. Pronto a entrare nella task force che dovrà occuparsi dell’emergenza economica. La maggioranza ha deciso che ne faranno parte il governatore Alberto Cirio, il suo vice Fabio Carosso, l’assessore al Lavoro Elena Chiorino, quello all’innovazione Matteo Marnati e poi la titolare del Commercio, Cultura e Turismo Vittoria Poggio, l’assessore allo Sviluppo Andrea Tronzano, insieme a tutti i capigruppo. Con un’eccezione, La Lega ha chiesto che oltre a Preioni ci sia anche Lanzo. Una sorta di capogruppo di sostegno. 

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