TORINO 2021

Portas in faccia all'alleanza Pd-M5s

Il leader dei Moderati esclude una riedizione del patto giallo-rosso in salsa torinese e di una ricandidatura di Appendino non vuole neanche sentire parlare: "O noi o loro, insieme mai". E riunisce le truppe in vista della corsa elettorale

Basterà uno specchio? “Se la sindaca avrà il coraggio di guardarcisi credo proprio che non si ricandiderà, decidendo di fare altro nella vita”. La tregua sanitaria è finita, Mimmo Portas venerdì raduna, sia pure telematicamente, le sue truppe di eletti a Torino e i Moderati riprendono la lunga marcia verso le elezioni dell’anno prossimo tornando a mettere nel centro del mirino Chiara Appendino e “la peggior amministrazione che Torino abbia mai avuto”.

Non c’è solo quello che Portas consiglia di usare alla sindaca, altri specchi sembrano essere pronti per venire usati in un gioco che, per non pochi, potrebbe finire con una Profana Alleanza tra Pd e Cinquestelle, magari gettando nella mischia il nome del rettore del Politecnico Guido Saracco, in spregio alla regola non scritta che vuole candidati in pectore con troppo anticipo finire abbrustoliti. Ma se, seduta in attesa del barbecue, c’è lei, la sindaca, “noi non ci stiamo” ribadisce il leader dei Moderati che, ovviamente, pone come pregiudiziale anche una coalizione con i grillini, “che tra un anno chissà se ci saranno ancora, hanno appena perso un municipio a Roma…”.

Dopo settimane di silenzio “per rispetto alle vittime di questa pandemia”, il parlamentare che sventola la bandiera del non voto di fiducia al Governo Conte e all’alleanza che una parte dei dem vorrebbe replicare a Torino, lancia l’ennesimo avviso ai naviganti del centrosinistra: “o noi o loro, insieme mai”, dove loro sono “gli artefici di scelte sconsiderate come le strisce blu e la Ztl, solo per citarne un paio”. Poi, anzi prima ancora, c’è lei. Chi può escludere, ad oggi, più di un pensiero della sindaca nel volerci riprovare? Chi sostiene il contrario, forse farebbe bene a rileggersi la storia della presidenza della Compagnia di San Paolo, l’ostracismo di Appendino verso Francesco Profumo, il suo niet, diventato poi un caloroso e concreto yes al momento di tenere per un altro mandato l’ex ministro al vertice della fondazione di corso Vittorio.

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Il guardingo Portas mette le mani avanti: “Prima del coronavirus, Torino era già la città più in crisi di tutto il Nord, la situazione economica che ci aspetta per i prossimi anni non può consentire un ulteriore governo di questo tipo per la città”. Aspetta di “vedere cosa farà il Pd, per il candidato sindaco. Sento parlare di Saracco, persona importante, anche se mi pare un po’ prematuro. Noi, comunque faremo la nostra lista e ci stiamo già organizzando, se il Pd deciderà di allearsi con i Cinquestelle che, ripeto, non so se esisteranno ancora, noi non ci saremo, questo è chiaro”.

Cinquestelle “che hanno dimostrato di non essere in grado di governare”, ma che allettano una fetta del Pd e che hanno in importante figure di quel partito, incominciando proprio da Piero Fassino, operosi pontieri. Lui, Portas, si trova meglio nelle vesti del guastatore pronto ad avvertire l’alleato prima di minare il ponte togliendo un pilastro che, come ricorda, “quando abbiamo perso valeva il 6 per cento e la prossima volta potrebbe arrivare al 10”.

Se i dem vogliono allearsi con chi “vuole mandare le macchine ai venti all’ora nei controviali non sapendo che ci sono auto che non possono andare a quella velocità così bassa perchè non tengono il minimo, facciano pure”. Lui pigia sull’acceleratore in direzione di un’alleanza di centrosinistra, senza tentazioni di imitazioni governiste.

Gli andrebbe “molto bene una candidatura a sindaco del Pd”, perché “ci sono giovani capaci e in grado di svolgere bene quel ruolo. Si parla di Stefano Lo Russo, e credo ci siano anche altri”. Di certo per il leader dei Moderati nello schema che vede il suo partito alleato col Pd non c’è Appendino, “anche se credo che sia stanca di prendere sberle, per non governare una città con una maggioranza che ha perso pezzi. Se si guarda allo specchio…”.   

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