ACQUA PUBBLICA

Smat, i 5s "avvelenano i pozzi"

Il 26 giugno l'assemblea dei soci dell'azienda metropolitana delle acque è chiamata a rinnovare il cda e i grillini chiedono la testa del presidente Romano (che invece sarà riconfermato). Lavolta (Pd): "Ultime rappresaglie di un esercito in ritirata"

Sconfitto nella battaglia per la trasformazione di Smat – l’azienda che gestisce l’acquedotto di Torino e della sua area metropolitana – il Movimento 5 stelle prova a vendicarsi con chi, a suo giudizio, ha messo i bastoni fra le ruote alla propria missione. Quella cioè di dare finalmente pieno compimento all’esito del referendum del 2011 sull’acqua pubblica, eliminando la possibilità di fare utili con questo servizio.

La querelle scoppia durante l’interpellanza presentata dal grillino Federico Mensio nella quale, pur senza citarlo, chiede delucidazioni sull’opportunità di confermare Paolo Romano nel ruolo di presidente. La questione viene posta sotto un profilo squisitamente tecnico, avendo Romano da poco compiuto 77 anni ed essendo ormai in pensione da una quindicina, almeno potenzialmente, potrebbe finire nelle maglie della legge Madia.

Il prossimo 26 giugno si svolgerà l’assemblea dei soci della società che avrà all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio e il rinnovo del consiglio di amministrazione, anche se questo secondo passaggio potrebbe subire un rinvio. Intanto, però, i Cinquestelle si portano avanti, ben sapendo che è intenzione dei Comuni dell’area metropolitana di confermare Romano al vertice di Smat. Il consigliere Antonio Fornari è esplicito: “Romano, a 77 anni, è giusto che si goda la pensione”. Un’esternazione tanto sguaiata da provocare la reazione del vicepresidente della Sala Rossa Enzo Lavolta (Pd), il quale, per restare in tema di acqua, ha paragonato i grillini torinesi a “un esercito in ritirata che avvelena i pozzi durante la fuga”. Nella sua risposta l'assessore all'Ambiente Alberto Unia si è tenuto ben distante dalle polemiche, limitandosi a spiegare che da Smat aveva ottenuto una nota in cui di fatto veniva confermata l'assenza di cause ostative a una eventuale conferma dell'attuale presidente.

Ma perché tanto astio nei confronti dell’attuale presidente? La risposta appare semplice. Romano, infatti, è considerato il “padre” di Smat, colui che all’inizio degli anni Duemila, da direttore generale dell’Azienda Po Sangone, favorì la fusione con l’allora Acque Metropolitane Torino per dar vita a una società pubblica in grado di servire tutto il bacino torinese. Tre anni orsono era stato indicato in cda dai Comuni dell’ex Provincia e poi nominato presidente; il tutto mentre Chiara Appendino bisticciava con le nomine ed era costretta a ritirare per due volte il proprio cavallo per mancanza dei requisiti minimi.

Per evitare altre magre figure, la prima cittadina ha già fatto sapere di voler confermare tutti e tre i componenti del cda nominati tre anni fa: l’amministratore delegato Marco Ranieri, Fabio Sessa e Serena Lancione. Resta da capire quale sarà l’indicazione del Cidiu, la società con cui i sindaci della Zona Ovest partecipano all’azionariato di Smat: non scontata la conferma di Antonella Biscotti.

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