Canoni idrici, a Preioniland
il bicchiere è mezzo vuoto
15:00 Mercoledì 29 Luglio 2020
Al Vco viene riconosciuto il 60% della quota totale. Cuneo e Torino avranno il 50%. Stravolta la legge del capogruppo leghista che si piega agli alleati di Forza Italia e FdI. Riva Vercellotti sull'Aventino
“Rassegnati, così come l’hai scritta non passerà mai”. Più che una minaccia, provenendo da alcuni esponenti della stessa maggioranza, alle orecchie di Alberto Preioni quella frase era suonata come uno spassionato consiglio e l’anticipazione di quel che, in effetti, sarebbe successo. La “sua” legge sulla specificità della Provincia montana del Verbano-Cusio-Ossola e la destinazione dei canoni idrici è entrata in aula con un vestito e ne è appena uscita, come testo approvato da maggioranza e minoranze, con un altro, assai diverso da quello confezionato dal capogruppo della Lega.
Ci hanno messo le mani con una serie di emendamenti concordati e approvati insieme sia il Pd, sia Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma l’aver visto stravolta la sua bandiera non ha impedito all’incontenibile capogruppo leghista di sventolarla su Preioniland salutando, con l’abituale sprezzo del ridicolo, la legge come un “traguardo epocale per il Vco che tanti prima di noi avevano provato a raggiungere”. E come Raimondo Vianello nella parodia del corridore “contento di essere arrivato uno”, il nostro chiosa il suo intervento finale con un “grazie a Graziella”, che sarebbe la sua segretaria.
Tutti (o quasi, visto che il consigliere di Forza Italia Carlo Riva Vercellotti si è ritirato sull’Aventino, per ragioni che diremo) felici e contenti, tutti a rivendicare il loro pezzo di merito nella costruzione di quella norma che ha il suo fulcro finanziario in quei canoni idrici che valgono milioni e milioni e la cui ripartizione solo tra le province che hanno invasi, ovvero il Vco, Cuneo e la Città Metropolitana di Torino, avrebbe lasciato all’asciutto tutte le altre.
Il fondo perequativo che si aggira sui 3 milioni sarà il rubinetto per quei territori altrimenti condannati alla siccità economica. Il Pd se ne attribuisce la paternità, contesa da Forza Italia – “il nostro capogruppo Paolo Ruzzola, l’ha riscritta in gran parte questa legge”, si affrettano a spiegare gli azzurri, con una Lega costretta a far buon viso a cattivo gioco, anche se pure all’interno di quel partito c’era chi aveva storto il naso di fronte alla creatura iniziale di Preioni.
Cambiate anche le percentuali dei canoni per i tre enti destinatari: al Vco andrà il 60% per circa 8 milioni di euro, il 50% a Cuneo (poco meno di 4 milioni) e altrettanto alla Città Metropolitana nella cui casse arriveranno 6 milioni. Così alle province montane andranno complessivamente 18 milioni, le altre ne avranno 500mila a testa. Nella formulazione inizialmente prevista sarebbero stati trasferiti al Vco il cento per cento dei canoni idrici raccolti sul territorio. Rimessa a posto la copertura finanziaria che nel testo originale, come denunciato dal Pd, mancava e non era certo un problema da poco.
Problemi ce ne sono stati fin dall’inizio della seduta. E pure scazzi feroci, come quello tra il capogruppo leghista arrivato trafelato in seguito alla telefonata di un funzionario che gli diceva “qui rischia di saltare tutto”, e subito protagonista di un colorito approccio con l’azzurro Riva Vercellotti che per questa ragione, non di meno che per dubbi sulle competenze che a suo parere la Regione avrebbe dovuto trasferire alle Province insieme alle nuove risorse o meglio ancora utilizzare direttamente in virtù delle recente sentenza della Corte Costituzionale, non ha partecipato al voto sulla parte finanziaria della legge. E suona sibillina la frase con cui Forza Italia apre la sua nota, rivendicando di aver “riscritta completamente la legge per assicurare pari dignità a tutti i territori e dando una risposta concreta ad anni di silenzio del centrosinistra sulla mancanza di fondi per il ripristino e la manutenzione del patrimonio stradale”. Riscritto quella varata dall’allora amministrazione di Sergio Chiamparino nel 2015 o anche il testo di Preioni?
Che nella maggioranza si sia tagliata l’aria col coltello non è un mistero. Che quella sperequazione delle tre Province “idriche” rispetto alle altre abbia costretto la Lega a digerire lo stravolgimento del testo prodotto dal suo capogruppo, pena lasciarlo in un limbo non si sa quanto lungo, è altrettanto palese. “Abbiamo rimarcato ancora una volta la nostra centralità nella coalizione, dopo il ritorno della legge sul gioco in commissione, l’esenzione dal pagamento del bollo auto e dell’Irap regionale e il ripristino dei fondi extra Lea per Torino”, ricordano con baldanza in Forza Italia. “È stata la ferma determinazione del Partito Democratico che ha consentito di raggiungere questo traguardo importante per il Vco e la montagna piemontese”, rivendica il capogruppo dem Raffaele Gallo, il quale avverte: “Nessuno può considerarsi padrone di questa importante legge”. Né padrone e neppure padre. Con buona pace del suo omologo leghista. Che, ingoiato il rospo, sventola la sua bandiera stinta su Preioniland. E ringrazia Graziella.