MITO(MANI)

Intelligenza artificiale a Torino, Tribunale dei brevetti a Milano

Il Governo dà un colpo al cerchio e uno alla botte. Il capoluogo piemontese ospiterà l'I3A: 80 milioni di budget annuo e 600 nuovi posti di lavoro ma perde il Tub. Per Appendino pitost che niente, l'è mei pitost: "Grande soddisfazione"

Torino perde il Tribunale unificato dei brevetti ma accoglierà l’Istituto nazionale di intelligenza artificiale. Certo non è un affare, ma a condizioni date Chiara Appendino non poteva ottenere di più. Il Governo annuncia contestualmente le due decisioni: per il Tub l’Italia candiderà Milano in sede europea e così alla sindaca non resta che far buon viso a cattivo gioco e mettere nero su bianco in una nota ufficiale la sua “grande soddisfazione” per aver conquistato l’I3A. D'altronde per la città meneghina erano scesi in campo non solo Pd e Lega (con i sindaci Giuseppe Sala e il governatore lombardo Attilio Fontana) ma anche Confindustria con il paradossale endorsement di fatto persino dell'Unione torinese a favore dei cugini d'oltreticino (LEGGI QUI). Il M5s, di sponda con la sua prima cittadina, vista improba la sfida per i brevetti ha chiesto e ottenuto un immediato risarcimento attraverso Luigi Di Maio che ha portato a casa il risultato nell'ultimo Consiglio dei ministri.

“Una decisione che premia il percorso della Città e del suo intero ecosistema innovativo in un ambito strategico per l’intero Paese, quale è l’intelligenza artificiale – dice Appendino –: un percorso che ha consentito di consolidare le eccellenza già esistenti nel capoluogo piemontese in tema di ricerca e trasferimento tecnologico, facendo leva su settori economici e produttivi storicamente strategici per la città e creando le condizioni per attrarre nuovi investimenti, anche in infrastrutture come il recente progetto dei Data center di Tim”.

Obiettivo dell’I3A è quello di creare una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico capace di attrarre talenti dal mercato internazionale e, contemporaneamente, diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’AI in Italia, in connessione con i principali trend tecnologici (tra cui 5G, Industria 4.0, Cybersecurity). Per assicurargli competitività a livello internazionale, l’I3A dovrà contare, a regime, su un organico di circa 1.000 persone e su un budget annuo di 80 milioni di euro: Torino ne sarà l’hub centrale con 600 persone occupate ed opererà in stretta collaborazione con centri di ricerca nazionali e università.

I settori principalmente coinvolti saranno quelli della manifattura e robotica, IoT, sanità, mobilità, agrifoood ed energia, Pubblica amministrazione, cultura e digital humanities, aerospazio. La scelta di Torino a sede dell’A3I – per Palazzo civico – è stato un risultato frutto della collaborazione tra tutti gli attori del territorio pubblici e privati, istituzioni, associazioni di categoria, imprese ed enti, compresa l’Arcidiocesi di Torino, coinvolgimento non secondario in quanto anche gli aspetti etici delle applicazioni dell’intelligenza artificiale dovranno rappresentare elementi caratterizzanti per le attività del nascente istituto. Anzi il primo a lanciare questa suggestione fu proprio don Luca Peyron, responsabile della Pastorale Universitaria. 

“Oggi vincono l’Italia e il buon senso. Milano e Torino sono due città straordinarie che il governo ha deciso di valorizzare puntando sui loro punti di forza. Milano si candida per il Tribunale Unico dei Brevetti e Torino accoglierà il Centro Nazionale di Intelligenza artificiale. Felice di aver contributo a questo risultato per l’Italia” esulta in un tweet, il viceministro al Mise Stefano Buffagni.

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