SALA ROSSA

Appendino non ha (più) i numeri,
maggioranze variabili in Consiglio

L'assenza di tre grillini manda nel panico il M5s. La sindaca prima si accorda col Pd su tre delibere, poi convince due consiglieri di centrodestra a restare in aula per assicurare il numero legale

La maggioranza in Sala Rossa è sempre più claudicante e Chiara Appendino è costretta a pietire, a destra e a manca, un aiuto. Ovviamente nel nome della responsabilità. Piange il pallottoliere della sindaca, fiaccata da quattro anni e mezzo di amministrazione, dalla recente condanna sul caso Ream – che l’ha costretta ad autosospendersi dal Movimento 5 stelle – dai “tradimenti” subiti in questo mandato (tre consiglieri si sono trasferiti al Misto). Ormai la prima cittadina fatica a far approvare anche i provvedimenti più ordinari. La sua debolezza si materializza plasticamente in quei banchi vuoti alla sua destra, nelle defezioni che ormai settimanalmente si registrano, costringendo l’aula a un lavoro a singhiozzo.

Tra gli scranni dei grillini questa volta erano assenti Monica Amore, per motivi di salute, Marco Chessa e Damiano Carretto (quest’ultimo, almeno ufficialmente, per questioni lavorative). La settimana scorsa, invece, la maggioranza si è divisa sull’installazione delle telecamere in città, un provvedimento che estende la videosorveglianza dalla Ztl ad altre zone della città come strumento per la prevenzione dei reati. La delibera è passata con soli 17 voti a favore e con le astensioni di ben quattro esponenti grillini: Daniela Albano, Maura Paoli, Barbara Azzarà e Viviana Ferrero. Ogni giorno, insomma, ha la sua pena.

Così anche nella seduta odierna alla maggioranza pentastestallata è toccato appellarsi al “senso di responsabilità” delle opposizioni per riuscire a discutere e approvare almeno i provvedimenti più urgenti presenti all’ordine del giorno: quello che prevede la sospensione dell’imposta di soggiorno anche per l’ultimo trimestre dell’anno, l’approvazione del programma di interventi per la manutenzione degli immobili comunali destinati ad attività istituzionali e infine il deferimento delle scadenze dei canoni, particolarmente atteso dalle associazioni dei commercianti.

La capogruppo del M5s Valentina Sganga si è rivolta direttamente al suo omologo del Pd Stefano Lo Russo per garantire il numero legale, ottenendo un via libera condizionato esclusivamente agli atti urgenti e su cui c’era condivisione politica con il centrosinistra. Quel che Lo Russo non aveva calcolato è che, intanto, la maggioranza (mutilata) stava giocando su due tavoli. Accordo col Pd sull’apertura dei lavori e discussione delle prime tre delibere e intesa con il capogruppo di Forza Italia Osvaldo Napoli e quello della lista Sicurezza e Legalità Raffaele Petrarulo per andare anche oltre. Quando il giochetto si è svelato, lo scontro, paradossalmente, si è concentrato tra i banchi dell’opposizione. Il Pd riferisce di una Appendino tutta trafelata, intenta a “rincorrere il consigliere di Forza Italia in Sala Congregazioni per chiedergli di restare in aula”: una scena che Lo Russo definisce “patetica”.

“La sindaca informi l’aula se sono intercorsi dei cambi di maggioranza” è la provocazione dell'esponente dem. Parla a nuora perché suocera intenda, e la suocera in questo caso è proprio l’esponente azzurro, il quale infatti replica piccato rispedendo ogni accusa al mittente: “Scopro che il Pd ha trattato prima di me. Non ne ero a conoscenza”. Si ribella anche Petrarulo: “Io non sono il servo di nessuno”. A questo punto la Lega stana i compagni di coalizione: il capogruppo Fabrizio Ricca chiede la verifica del numero legale, i Cinquestelle sono in 18, più Appendino fanno 19 ma per arrivare a 21 servono i voti di un pezzo del centrodestra. Voti arrivati dai due. Si va avanti e viene approvata anche una quarta delibera sull’Imu che aveva scadenza 30 settembre. “Andrò in Barriera di Milano a spiegare chi è che tiene in piedi la maggioranza di Appendino” sbotta Ricca. Dopo il battibecco anche l'ultima votazione fila via liscia. A quel punto è la grillina Sganga, esausta, a chiedere al presidente Francesco Sicari di non andare oltre "viste anche le difficoltà numeriche della maggioranza".

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