EMERGENZA SANITARIA

Piemonte sull'ottovolante, ancora dati contrastanti

Per l'assessore Icardi il virus ora colpisce prevalentemente gli anziani, ma dimentica che è stato lui a emanare una direttiva che esclude il tampone agli asintomatici. Intanto tornano a crescere i ricoveri negli ospedali. Record di morti

L’euforia è durata appena un giorno, quello in cui un bollettino dopato dal caricamento di massa di tamponi dalle Rsa, ha rilevato una riduzione dei posti letto occupati in Piemonte da pazienti malati di Covid (-61). Ventiquattr’ore dopo, ieri, i dati sempre più impazziti hanno segnalato un nuovo incremento, non di poche unità, ma di 78, facendo raggiungere al numero dei ricoverati per coronavirus il nuovo record di 5.225, più del doppio di Veneto, Campania ed Emilia-Romagna. La curva di questa tragica seconda ondata sta davvero iniziando a stabilizzarsi o addirittura a flettere? Difficile affermarlo perché i dati continuano a essere contrastanti.

Un documento ufficiale prodotto dall’assessorato alla Sanità e diffuso dopo la conferenza stampa tenuta da Luigi Icardi sull’andamento dell’epidemia in Piemonte, arriva a conclusioni quantomeno discutibili. Sotto un grafico che indica chiaramente una riduzione dei contagi (rilevati) nelle fasce di età meno esposte, cioè quelle dei giovani, evidenzia come “le classi di età più fragili mostrano ancora una netta tendenza crescente, segno di una continua circolazione virale in quelle classi di età”. Insomma, il virus si è evoluto a tal punto da chiedere la carta d’identità a chi lo dovrebbe ospitare e a quanto pare predilige la compagnia degli anziani. Una seconda ipotesi porta invece a un’altra spiegazione, forse più plausibile: e cioè che nelle ultime due settimane è entrata in vigore la direttiva regionale in cui viene chiaramente specificato che “i soggetti asintomatici vengono messi in quarantena senza l’esecuzione di tampone” abdicando a ogni tentativo di tracciamento. I tamponi, ormai, si effettuano solo su chi si ammala e presenta i sintomi della malattia; e chi sono quelli più soggetti ad ammalarsi? Gli anziani, appunto.

A ulteriore riprova di questa tesi si tenga conto che rispetto a un mese fa quando il contact tracing non era ancora totalmente in panne, la percentuale di asintomatici tra i nuovi positivi rilevati di giorno in giorno era decisamente superiore. Il 19 ottobre, per esempio, a fronte di 933 nuovi contagiati ce n’erano 532 che non presentavano alcun sintomo (il 57%); nel bollettino di ieri, invece, su 3.861 nuovi positivi solo il 33% risulta asintomatico. Insomma, si testano quasi esclusivamente le persone con sintomi e gli altri finiscono fuori dalle statistiche, ma non per questo smettono di esistere.

Un’altra curiosità la fa notare il fisico Alessandro Ferretti, docente all’Università di Torino. Dai grafici che studia da giorni emerge come l’incremento degli ospedalizzati sia iniziato a diminuire l’8 novembre, mentre il picco dei contagiati (i totali positivi) si è raggiunto il giorno dopo. GUARDA QUI E QUI

“È curioso – spiega Ferretti – che la curva che flette prima sia quella dei ricoveri rispetto a quella dei contagi”. E qui entrano in ballo una serie di variabili che ancora non sono state chiarite: i pazienti trasferiti nelle cliniche private sono ora conteggiati interamente dopo essere rimasti fuori dalle tabelle per qualche giorno alla fine della scorsa settimana? E quelli negli ospedali da campo?

Incognite con le quali ancora dobbiamo fare i conti e a fronte delle quali è sempre più difficile avere un’idea dell’andamento dell’epidemia. Di certo c’è che ieri sono stati processati oltre 21mila tamponi e in Piemonte abbiamo avuto 3.861 nuovi casi di cui 2.588 manifestavano sintomi. Tanti, tantissimi, un numero record da quando è iniziata la pandemia. I morti sono stati 88, il numero più alto di questa seconda ondata. La pressione sulle terapie intensive resta altissima (sono 393 i malati di Covid in rianimazione, più 3 rispetto al giorno precedente).

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