TRAVAGLI DEMOCRATICI

"Lo Russo è l'unico con un'idea su Torino"

Il capogruppo Pd in Regione Gallo pronto a tirare la volata al suo omologo della Sala Rossa. Certo, in ballo c'è un asse generazionale, ma "vanno riconosciuti la competenza amministrativa e l'impegno in questi anni di opposizione ad Appendino"

La disponibilità di Mauro Salizzoni a partecipare alle primarie ha avuto due effetti: il primo di sdoganare i gazebo anche in quell’area “sinistra” del Pd e della coalizione che fino a qualche settimana fa li aborriva, il secondo di accelerare il processo di alleanze attorno ai due principali candidati: il mago dei trapianti, ora in pensione, da una parte e il capogruppo dem in Sala Rossa Stefano Lo Russo dall’altra. “A prescindere dai nomi che stanno circolando, è sotto gli occhi di tutti che in questi anni è cresciuta una classe dirigente nuova che si fa avanti per interpretare una visione di Torino innovativa, in un decennio che sarà cruciale per il futuro della città”: a parlare è Raffaele Gallo, numero uno della pattuglia Pd a Palazzo Lascaris e responsabile Enti locali del Partito democratico di Torino, eletto alle scorse regionali con oltre 4.400 preferenze di cui la metà circa nel capoluogo.

Il carattere è mite, la voglia di alimentare un clima che inizia a inasprirsi è pressoché nulla. Per questo la sfida generazionale va portata avanti con “rispetto”, dice Gallo che è tra i pochi ad aver mantenuto un rapporto strettissimo con Piero Fassino anche dopo la sconfitta del 2016. Ma proprio quella Caporetto, se sommata alla débâcle dell'altro ex ragazzo di via Chiesa della Salute, Sergio Chiamparino battuto sonoramente in Regione da Alberto Cirio non può che imporre una riflessione. “Gli elettori il loro messaggio lo hanno lanciato, ora sta a noi raccoglierlo”.

In vista delle primarie volge lo sguardo a Palazzo Civico e in particolare verso l’aula in cui il gruppo Pd ha condotto per cinque anni “un’opposizione ferma e coerente a Chiara Appendino”. Nei prossimi giorni incontrerà Lo Russo con cui il rapporto è “ottimo” ed è “impossibile non riconoscergli il lavoro svolto prima a livello amministrativo nell’ultima giunta di centrosinistra e poi in minoranza”. L’area che fa riferimento a Gallo, assieme a quella del senatore Mauro Laus e al consigliere regionale Daniele Valle, sono le falangi su cui il professore del Politecnico potrebbe contare nel caso di eventuali primarie. Se nel Pd, infatti, Salizzoni non sfonda è semmai in quell’area residuale della sinistra un tempo vendoliana, oggi riunita sotto le insegne di Liberi e Uguali, che affonda le radici di questa rocambolesca candidatura. Un’area che non intende arretrare sul nome del chirurgo che teneva in bella vista la foto di Che Guevara sulla scrivania, oggi vicepresidente del Consiglio regionale portato sugli scranni di Palazzo Lascaris a suon di preferenze.

L’adesione – seppur non ancora formalizzata – di Gallo alla candidatura di Lo Russo sposterebbe anche i rapporti di forza tra gli eletti nelle circoscrizioni e all’interno della direzione provinciale del Pd. “Oggi la candidatura di Lo Russo è l’unica ad avere un progetto per Torino, un programma declinato per punti che altri non hanno neanche iniziato a scrivere” afferma Gallo che, nell’ottica di un’alleanza generazionale auspica una “sintesi anche all’interno dello stesso gruppo in Comune dove oltre a Lo Russo è candidato l’altro ex assessore Enzo Lavolta”. Tra i due i contatti sono quasi quotidiani e una convergenza è vista da più parti come naturale, anche se al momento resta solo una delle ipotesi sul tavolo.

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