VERSO IL VOTO

Damilano a Genova in cerca di "un'idea come un'altra"

L'aspirante sindaco della Lega in trasferta sotto la Lanterna pranza con Bucci e Toti cui chiede consigli su come costruire una lista civica per le amministrative torinesi. Sembra la canzone di Paolo Conte. E bussa pure alla porta del fratello-coltello d'Italia Crosetto

Genova, per lui, non è un’idea come un’altra. Parafrasando Paolo Conte e valicando l’Appennino, Paolo Damilano il modo migliore di tradurre in pratica la sua idea di diventare sindaco di Torino candidandosi come civico nel centrodestra e con il fardello dell’originaria investitura leghista, lo cerca non sotto la Mole, ma sotto la Lanterna. La peregrinazione lungo le assai più che sette chiese ieri ha portato l’imprenditore a varcare la soglie di due cattedrali in cui si è celebrato, con successo addirittura inatteso e prosieguo altrettanto appagante, il rito del civismo come superamento dei dogmi delle politica dei partiti: Palazzo Tursi e la sede di Regione Liguria. Il sindaco Marco Bucci e il governatore, riconfermato, Giovanni Toti se non saranno i numi tutelari dell’aspirante successore di Chiara Appendino, certamente a loro Damilano ha chiesto consigli e insegnamenti, oltremodo necessari visto che se la patente di neofita della politica promette punti in più tra l’elettorato, impone pure di imparare a guidare su strade fino ad oggi sconosciute. 

Chi meglio del sindaco della Superba avrebbe potuto dare quei suggerimenti bramosamente richiesti su come costruire, nel vero senso della parola, una lista civica che sia di traino e non al traino, formata da personalità di rilievo – e qui la faccenda per l’imprenditore dell’acqua e del vino, già si complica – e non da politici en travestì o personaggi in cerca di un posto? La forza di Bucci, cresciuta per un’apprezzata amministrazione e soprattutto per la complicata gestione della vicenda del ponte Morandi e della inusualmente rapida ricostruzione, affonda proprio le radici nella sua strategia elettorale e nella proposta che ha sovvertito una tradizione di centrosinistra in una città non certo facile a conquistarsi da parte del fronte opposto.

“La scelta di candidarmi è la scelta di un imprenditore che sente il bisogno di restituire al suo territorio quello che ha ricevuto” scrive Damilano in un post, dove ammette che “una città non è un’azienda, è molto di più” per spiegare che “come tutte le aziende per crescere ha bisogno di alleanze e la prima e più importante sarà con la Regione, un asse con Alberto Cirio per far tornare Torino motore del Piemonte”. Un assist e un palese ringraziamento per l’endorsement (sia pure un po’ pasticciato e non gradito ad alcuni esponenti di Forza Italia) del governatore piemontese, ma è a quello ligure che il candidato, ancora in attesa di formale investitura del centrodestra unito, si rivolge. Lo fa, come nel caso del sindaco, per avere quelle dritte da chi con il civismo tinto d’arancione ha coperto il passato da consigliere politico di Silvio Berlusconi e pure lo strappo con lo stesso Cav, conquistando i liguri che sono tornati a premiarlo una seconda volta. 

Se ha sbagliato mare chi immaginava Damilano guardare al modello di Luigi Brugnaro, l’industriale sindaco di Venezia che prima di Bucci aveva tracciato la rotta civica, con Toti l’aspirante primo cittadino torinese oltre che di strategie elettorali ha discusso anche di un rafforzamento di quell’asse Genova-Torino, retta che ha cambiato la geometria economica (e politica) del Nord rispetto al vecchio triangolo con Milano. Segnali percettibili dagli addetti ai lavori come la migrazione in riviera del manager della Sanità Silvio Falco che dopo alcuni mesi dal suo abbandono della direzione della Città della Salute è approdato al vertice dell’Asl di Imperia, confermano un continuo rinsaldarsi dell’asse, favorito dalla comune amministrazione regionale e, nel domani auspicato da Damilano e dal centrodestra, anche dei due capoluoghi. Altro segnale: la nomina da parte del sindaco Bucci di Evelina Christillin a chairman dello Steering Committee di Genova The Grand Finale, tappa conclusiva del giro del mondo a vela The Ocean Race 2022-23.

E veleggia, l’uomo dei vigneti e delle fonti minerali, cercando insegnamenti da chi ha aperto nuove rotte nel segno di quel civismo che lui dovrà liberare ancora un po’ dai forti venti leghisti, evitando pure qualche scoglio. Non per caso ha chiesto di incontrare Guido Crosetto, il cofondatore con Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, a oggi tutt’altro che un supporter dell’imprenditore. Il gigante di Marene, non celando scetticismo e forse addirittura una contrarietà al progetto salviniano per Torino, di fronte alla candidatura di Damilano, come i piemontesi di Conte prima di andare a Genova, aveva quella faccia un po’ così.

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