TRAVAGLI DEMOCRATICI

La schiacciata di Letta, Berruto nella squadra Pd

L'ex ct della Nazionale di volley nella nuova segreteria del Nazareno, peraltro senza avere la tessera del partito. Con lui entrano altri tre piemontesi: Rossomando, Borghi e Gribaudo. Fuori Lepri

C’è anche Mauro Berruto nella squadra appena varata da Enrico Letta. L’ex commissario tecnico della Nazionale di volley, 51 anni, direttore tecnico della Fitarco, che attualmente svolge l’attività di giornalista e formatore, entra in segreteria come nuovo responsabile dello Sport. È uno dei quattro piemontesi che compongono la formazione del nuovo segretario Pd. Gli altri sono l’ossolano Enrico Borghi (Sicurezza), la cuneese Chiara Gribaudo (Giovani) e Anna Rossomando (Giustizia e Diritti). Resta fuori Stefano Lepri, che nella segreteria precedente era responsabile delle politiche di Welfare. 

“In questo momento non ho neanche la tessera del Pd, solo quella dell’Anpi, dell’Ordine dei giornalisti e il santino del Toro” racconta Berruto. “Ho vagabondato un po' senza avere un tetto – prosegue –. Enrico mi ha restituito un posto dove sentirmi a casa. Ci conosciamo da dieci anni ne è nata un’amicizia vera e progetti comuni. Ci eravamo sentiti nei giorni scorsi e avevo dato la mia disponibilità anche se non pensavo andasse tutto così in fretta...”. Berruto assicura il suo massimo impegno per un mondo, quello sportivo, che “vive il momento più complicato da 70 anni a questa parte. La prima cosa da fare è tenere in vita il paziente” e poi “costruire un modello di sport di base completamente nuovo”.

Designazioni che vanno lette in filigrana per comprendere la nuova mappa del potere dem in Piemonte. Borghi, per esempio, è considerato tra i più antichi sodali di Letta, ma successivamente si era notevolmente avvicinato a Matteo Renzi al punto da essere oggi il coordinatore piemontese di Base Riformista, la corrente che fa capo proprio agli ex renziani rimasti nel Pd dopo lo strappo dell’ex premier e la fondazione di Italia Viva. Gribaudo è considerata un parlamentare in ascesa, vicina alla corrente dei giovani turchi di Matteo Orfini, protagonista nelle recenti nomine del governo Draghi di una polemica accesa con la segreteria di Nicola Zingaretti per l’assenza di donne nei ruoli chiave dei vari ministeri.

Da interpretare anche la nomina di Rossomando, che sembrerebbe un’avvisaglia di un imminente sfratto dalla poltrona di vicepresidente del Senato, probabilmente per far posto ad Andrea Marcucci, attuale capogruppo della pattuglia dem di Palazzo Madama che a quanto si dice Letta vorrebbe giubilare. Insomma, un campanello d’allarme più che una promozione per la rappresentante in Piemonte di quella sinistra capitanata dal ministro Andrea Orlando.  

Gli altri componenti sono Lia Quartapelle (Europa, Affari internazionali e Cooperazione), Antonio Nicita (Istituzioni, Tecnologie e Piano nazionale di riforma e resilienza), Chiara Braga (Transizione ecologica), Cecilia D’Elia (Politiche per la parità), Antonio Misiani (Economia e finanze), Cesare Fumagalli (Sviluppo economico e Terzo settore), Manuela Ghizzoni (Università e ricerca), Filippo Del Corno (Cultura), Susanna Cenni (Agricoltura), Sandra Zampa (Salute), Francesco Boccia (Enti locali), Stefano Vaccari (Organizzazione). Alla vicesegretaria Irene Tinagli è affidata la missione “Italia globale”. Al vicesegretario Peppe Provenzano sono affidate la missione “Prossimità”, le politiche del lavoro e il contrasto alle diseguaglianze. Il segretario promuoverà la costituzione di un Comitato di esperti sulle sfide di Next Generation Eu, che sarà coordinato da Antonio Nicita. Un fedelissimo lettiano, Marco Meloni, verrà invece nominato coordinatore della segreteria.

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