VERSO IL VOTO

"Caro Letta, candida Lo Russo"

Nella base del Pd torinese circola una missiva che chiede al segretario di incoronare il capogruppo in Sala Rossa. Giovedì e venerdì Boccia a Torino dove incontrerà gli ultimi tre sindaci di centrosinistra (e forse anche Appendino)

“Caro Enrico, il candidato è Stefano”. Mentre sottoscrivono la lettera indirizzata al segretario Letta, i sostenitori di Stefano Lo Russo auspicano di non doverla sventolare davanti a qualche dirigente del Nazareno “che vuole imporci alchimie e alleanze che qui non vogliamo”. Giovedì e venerdì il responsabile Enti Locali del Pd Francesco Boccia sarà a Torino, per una visita già più volte rimandata. È lui che, su incarico di Enrico Letta, ha in mano i dossier delle principali città al voto, tra cui naturalmente c’è anche il capoluogo piemontese. “Caro Enrico…”, la missiva è accorata quanto decisa e fa chiaramente riferimento al professore del Politecnico, che in questi cinque anni ha guidato l’opposizione a Chiara Appendino in Consiglio comunale. Tra i sottoscrittori ci sono consiglieri di circoscrizione, eletti a Palazzo Civico e in Regione, attivisti e parlamentari. Insomma, la prova (di forza) che il Pd a Torino sta con Lo Russo. Recapitarla a Boccia vorrebbe dire aprire una frattura con il gruppo dirigente nazionale e nessuno vuole arrivare a quel punto, ma allo stesso tempo la base del partito subalpino chiede ai vertici nazionali di chiudere definitivamente la partita dopo sei mesi di tira e molla, trattative e sabotaggi, candidature e rinunce con il solito convitato di pietra che da settembre aleggia attorno al tavolo del centrosinistra, quel Movimento 5 stelle che la sindaca tanto vorrebbe alleato dei suoi nemici amatissimi.

È un clima di calma apparente quello che si respira nei circoli dem di Torino: cosa verrà a dirci Boccia? L’ipotesi di primarie, magari estese a un candidato grillino per certificare l’ingresso dei Cinquestelle in coalizione, non sembrano una opzione praticabile. Semmai una forzatura in un centrosinistra che non vuole subire ulteriori allargamenti e in cui i vari partiti e liste civiche hanno già sottoscritto una carta dei valori in cui viene espressamente esclusa ogni alleanza con chi ha amministrato la città nell’ultimo lustro.

In queste ore il segretario Mimmo Carretta, in ripresa dopo il Covid, è in contatto quotidiano con Boccia per concordare l’agenda dei suoi appuntamenti. Di certo incontrerà gli ultimi sindaci di centrosinistra, Piero Fassino, Sergio Chiamparino e Valentino Castellani – tutti e tre, seppur con sfumature diverse, hanno già espresso il proprio sostegno per Lo Russo – mentre non è ancora chiaro se ci sarà un faccia a faccia con Appendino, con la quale ha però avuto almeno un colloquio telefonico. A mettere in apprensione la maggioranza dem nel capoluogo è anche l’amicizia tra l’ex ministro ed Enzo Lavolta, vicepresidente della Sala Rossa e candidato alle primarie sotto le insegne della sinistra dem, pur non essendo mai riuscito a ottenere il sostegno dei suoi stessi parlamentari di riferimento (Anna Rossomando e Andrea Giorgis): Lavolta sì, le primarie le chiede dallo scorso luglio e spera in una sponda romana (meglio, pugliese) per ottenere la possibilità di competere.

Sullo sfondo restano i due principali – a oggi – candidati alternativi a Lo Russo: il rettore del Politecnico Guido Saracco e l’ex ct della nazionale di volley Mauro Berruto. Entrambi hanno già fatto sapere di non essere interessati, ma chissà perché il Nazareno ha deciso di testarli nel sondaggio commissionato nei giorni scorsi a Ipsos.

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