VERSO IL VOTO

Damilano non è figlio unico, al suo fianco anche i Fratelli

Il coordinatore regionale di FdI Comba smentisce i rumors su una ipotetica corsa solitaria del suo partito alle elezioni di Torino come ritorsione verso la Lega. "La smettano di seminare zizzania con voci infondate". L'incoronazione al tavolo della settimana prossima

Che Paolo Damilano non fosse politicamente orfano lo si sapeva, anche a dispetto del suo essere e proclamarsi civico. Tiene famiglia allargata nel centrodestra, l’imprenditore dell’acqua e del vino, con tanto di Fratelli. “Mai messo in discussione la sua candidatura, nessun ripensamento né su di lui né sull’alleanza”, scandisce il coordinatore regionale di FdI Fabrizio Comba. Che, con altrettanta nettezza, invia un messaggio alla Lega: “La smetta di seminare zizzania dicendo che noi saremmo pronti a correre da soli”.

Devono esserne arrivate più d’una e piuttosto pesanti di quelle voci dagli uomini di Matteo Salvini, per indurre il pur pacato Comba a chiarire in maniera decisa la posizione del suo partito, avvertendo i leghisti di come “questo atteggiamento non possa che rischiare di destabilizzare il centrodestra”, fino ad oggi mai così compatto verso le elezioni comunali sotto la Mole. Dal ricordare, come ha fatto nel recente colloquio con lo Spiffero il numero uno del partito di Giorgia Meloni in Piemonte, che ancora manca l’ufficializzazione della candidatura di Damilano ad arrivare a paventare ostacoli su di lui o addirittura una corsa in solitaria ce ne passa. Ma anche lo stesso limitarsi a rappresentare il quadro così com’è può fornire il destro a chi non riesce a celare il nervosismo di fronte alla crescita nei consensi di FdI e pure a quelle temute migrazioni verso lidi meloniani di eletti e dirigenti. L’ultimo nome di cui si vocifera è quello di un consigliere regionale. “Se davvero volessimo fare incetta tra i leghisti, avremmo la fila – ribatte a distanza Comba –. In verità non c’è nessuna campagna acquisti pianificata, di cui qualcuno continua a parlare. Però se molti bussano alla nostra porta…”, una ragione ci sarà, la conclusione dei Fratelli che “nonostante le continue provocazioni della Lega”, non alzeranno un dito su Damilano, “tantomeno porremo degli ostacoli agli altri candidati”.

I problemi tra Matteo Salvini e Meloni, a partire dall’irrisolto nodo sulla presidenza del Copasir, ci sono e questo è innegabile. Gli effetti di questo clima glaciale arrivano un po’ ovunque e sono quelli che, come si è già scritto, hanno portato ad abbassare la temperatura in prossimità dello zero tra i due partiti anche in Regione. “Ma su Damilano non c’è nessuna preclusione” ribadisce Comba anche dopo l’ultimo colloquio telefonico con la leader del partito. Come aveva detto, ribadisce che l’imprenditore “non è solo il miglior candidato, ma sarà anche il miglior sindaco di Torino”. Però la sua investitura, effettivamente, ancora non c’è seppur sembra profilarsi a breve. 

Oggi i tre partiti si riuniscono a Roma per trattare proprio delle amministrative d’autunno. Ma verranno tenute fuori le città più importanti e a discutere non saranno i leader ma loro emissari. Insomma un tavolino, visto che l’atteso tavolo con Meloni, Salvini e il numero due di Forza Italia Antonio Tajani, sarà apparecchiato, secondo quanto annunciato proprio dall’ex presidente dell’Europarlamento, la prossima settimana. L’acqua e chissà magari anche il vino non saranno un problema. Come non lo è per i Fratelli chi li produce. E che da quel tavolo finalmente dovrebbe ricevere l’attesa investitura ufficiale.

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