RIPRESA & RESILIENZA

"Una commissione sul Recovery"

Risposta del Pd all'appello di Cirio a "lavorare insieme". Ravetti: "Cruciale il ruolo del consiglio per garantire al Piemonte una grande opportunità". Ma difficilmente la maggioranza accetterà di cedere all'opposizione la guida dell'organismo

"Vorrei che il lavoro che ancora dobbiamo fare in vista delle risorse che arriveranno in Piemonte con il Recovery Fund avvenisse di concerto con il consiglio regionale”, aveva detto un paio di settimane fa Alberto Cirio replicando al dibattito in aula sul piano da 3mila progetti e 34 miliardi e mezzo, un po’ libro dei sogni e un po’ lotteria per tutti quei moltissimi Comuni che hanno partecipato inviando le loro richieste finite nell’enorme calderone. “Più lavoriamo insieme, meglio facciamo nell'interesse dei piemontesi”, aveva aggiunto il governatore rincarando la sua tesi (almeno nell’enunciazione) ecumenica. La risposta dal fronte delle minoranze non si è fatta attendere neppure troppo. “Data l’importanza della gestione dei fondi del Recovery per il Piemonte e sulla scorta di quello che è capitato anche in altre Regioni come la Liguria non trovo per nulla assurdo proporre al consiglio la costituzione di una commissione speciale”, dice dai banchi del Pd Domenico Ravetti

La proposta dell’ex capogruppo dem, che la formalizzerà probabilmente già domani in un ordine del giorno, viene spiegata come l’accoglimento dell’invito di Cirio e strumento “per monitorare l’iter di approvazione del piano, per approfondire le linee programmatiche per il Piemonte e svolgere studi e iniziative sull’impatto del Recovery sul tessuto socio economico e ambientale piemontese acquisendo ulteriori elementi conoscitivi, contributi e proposte”. Sempre secondo Ravetti, “se la maggioranza accettasse la proposta, la commissione speciale potrebbe formulare proposte operative per semplificare procedure e organizzazione regionale per attuare il piano”. Un “se” non certo di maniera quello che antepone Ravetti. Già, perché come reagirà il centrodestra all’idea di una commissione speciale, che proprio in quanto tale prevede la presidenza affidata a un consigliere di minoranza?

Basterebbe ricordare il pasticcio in cui incorse la Lega quando nell’estate di due anni fa dovette correggere rapidamente la rotta tracciata dal presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia annunciando una commissione speciale per l’autonomia per poi accorgersi che avrebbe consegnato alle opposizioni la guida dell’organismo sull’argomento-totem del principale azionista della coalizione. Non troppo diversamente andò per un’altra commissione, quella che inizialmente sarebbe dovuta essere di inchiesta sull’emergenza Covid e poi finì ammorbidita in “indagine”, affidandone il coordinamento, in quanto formalmente gruppo di lavoro e non commissione vera e proprio, al piddino Daniele Valle.

Proprio alla prossima conclusione di questo organismo fa riferimento Ravetti, per sostenere che la sua proposta non andrebbe ad ingolfare l’agenda delle commissioni. “Il nostro approccio è più che costruttivo – sostiene il consigliere dem –. Pensiamo che in questa vicenda sia indispensabile il coinvolgimento del consiglio regionale e strutturare, come hanno fatto altre Regioni, il lavoro in questo primo anno. L’unico modo che abbiamo è costituire una commissione che si occupi, come recita lo Statuto, indagini conoscitive ed esaminare argomenti di particolare interesse. Se non è di particolare interesse il Recovery, cos’altro lo è?”. 

Ravetti ricorda come ci sono regole estremamente precise nel piano che il Governo farà osservare, ma meglio è per il Piemonte arrivare pronti e senza errori a un appuntamento di notevole importanza per la nostra economia. “Molti di quei progetti contenuti nell’elenco sono finanziabili anche con i fondi europei esistenti, quindi che senso ha inserirli nel Recovery per poi farseli escludere? Dobbiamo fare il possibile perché il Piemonte possa utilizzare tutte le risorse messe a disposizione evitando di inserire progetti tanto per fare numero e per alimentare false speranze”.

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