CENTRODESTRA

Riva Vercellotti nuovo fratello (d'Italia)

Il consigliere regionale, già presidente della Provincia di Vercelli, lascia Forza Italia per la Meloni. Un anno fa i rumors poi smentiti. Regista dell'operazione il deputato Delmastro. Irrefrenabile l'emorragia tra i berluscones e con le amministrative in vista sono davvero guai

Un altro “acquisto” eccellente per Fratelli d’Italia. A passare nel partito di Giorgia Meloni, lasciandosi alle spalle una lunga militanza in Forza Italia è il consigliere regionale, già presidente della Provincia di Vercelli, Carlo Riva Vercellotti. Una migrazione che provoca un ulteriore allarme (e forse, ormai, rassegnazione) tra i berluscones piemontesi i cui ranghi dirigenti continuano ad assottigliarsi rimpolpando l’alleato in continua crescita. La notizia, in verità, non arriva proprio come un fulmine a ciel sereno. Giusto un anno fa, in piena estate, il nome di Riva Vercellotti era preso a girare vorticosamente negli ambienti politici dove la sua transumanza era data per certa. Si disse che dietro l’operazione ci sarebbe stato Guido Crosetto, cofondatore dei FdI e ascoltatissimo consigliere della Meloni. Crosetto smentì, spiegando che non incontrava l’ex presidente della Provincia di Vercelli da parecchi anni. Negò anche il diretto interessato, la cui notata vicinanza all’assessore regionale di FdI Elena Chiorino aveva contribuito a rafforzare l’ipotesi di un suo abbandono di Forza Italia per i lidi meloniani.

Adesso, però, l’operazione è fatta. Domani pomeriggio l’annuncio in conferenza stampa da parte del deputato Andrea Delmastro, vero artefice del colpo gobbo e sempre più uomo forte del partito in Piemonte. Con l’arrivo di Riva Vercellotti, già sindaco di Gattinara (paese natale di Delmastro), la pattuglia meloniana a Palazzo Lascaris guidata dal cuneese Paolo Bongioanni sale a cinque componenti, pareggiando in rapporti di forza il gruppo forzista, e porta in dote la presidenza di una delle commissioni consiliari più importanti, quella che si occupa di Programmazione e Bilancio. Se a Torino si stappano bottiglie, non altrettanto sembra stia capitando in queste ore nel Vercellese, dove più di un capatz locale storce il naso temendo che l’ultimo arrivato possa mandare all’aria carriere e ambizioni.

Classe 1970, laurea in Scienze Politiche, Riva Vercellotti aderisce al partito di Silvio Berlusconi, tra i primi, nel 1994, tre anni dopo il suo primo incarico amministrativo come assessore a Gattinara, nel 2011 diventa presidente della Provincia, incarico che lascia al momento della nomina a consigliere regionale del 2019 quando entra pure in consiglio comunale a Vercelli. Al momento della formazione della giunta regionale si era parlato di lui come di uno dei possibili assessori in quota a Forza Italia, ma il ripescaggio dell’esterno Marco Gabusi lasciò Riva Vercellotti a bocca asciutta (e il boccone amaro).

La sua adesione a Fdi arriva dopo quella del conterraneo ed ex coordinatore azzurro Alberto Cortopassi che lui stesso sostituì nell’agosto dello scorso anno. “Il mio impegno sarà avvicinare le persone serie, le persone per bene, quelle che non hanno timore che si possa immaginare, oggi, una linea politica nuova, chiara, ispirata ai principi liberali, senza curarmi invece di chi ha inteso prendere altre strade per ragioni contingenti o per aspirazioni personali”, disse all’epoca prendendo in mano le redini di Forza Italia nel Vercellese.

Una emorragia, quella da Forza Italia verso i lidi di FdI, in corso da mesi e che sembra aver trovato nuovo impulso nelle ultime settimane, quasi una risposta per scacciare le sirene del partito unico del centrodestra del duo Salvini-Berlusconi. Riva Vercellotti, infatti, segue la strada intrapresa dal suo ex collega e compagno di partito l’attuale presidente della Provincia di Alessandria Gianfranco Baldi. E altri, lasciano intendere i vertici regionali, seguiranno. Una campagna acquisti, formalmente negata – “vengono da soli senza andarli a cercare” – quella del partito della Meloni che con le elezioni comunali a Torino e a Novara lancia il guanto di sfida per la leadership. Ma le migrazioni portano anche a cambiare equilibrii e posizioni all’interno della stessa maggioranza che governa la Regione. Cambiamenti di cui più prima che poi FdI potrebbe chiedere di tenerne conto.

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