EMERGENZA SANITARIA

Pronto Soccorso ingolfato: "Liberare letti nei reparti"

Per poter ricoverare i pazienti parcheggiati sulle barelle alle Molinette si riducono i posti "normali" in medicina e chirurgia. Le disposizioni "con effetto immediato" impartite oggi con una lettera ai primari. Previste ulteriori restrizioni. A rischio l'assistenza oncologica

Rendere disponibili subito 19 letti nei reparti di chirurgia e 18 in quelli di medicina per accogliere i pazienti del Pronto Soccorso delle Molinette da giorni ingolfato da decine e decine di accessi dove le persone restano anche più di 24 ore sulle barelle. L’ordine, diretti ai primari, è partito oggi con una lettera del direttore sanitario Antonio Scaramozzino. Di ieri le immagini delle file di barelle e la denuncia, riportata dallo Spiffero, del segretario della rsu Cgil della Città della Salute Francesco Cartellà di una situazione insostenibile ma tutt’altro che imprevedibile con il venire quasi meno l’emergenza Covid e un ritorno agli afflussi al Dea del periodo pre-pandemia, con l’aggravante della carenza di personale. 

“In ragione del perdurare da diversi giorni di importante over boarding del Pronto Soccorso, si dispone, con decorrenza immediata, che i seguenti posti letto siano destinati ad accogliere pazienti di area medica necessitanti di ricovero urgente provenienti dal Pronto Soccorso”, si legge nella lettera che prosegue con l’elenco dettagliato dei posti da mettere a disposizione in ogni singolo reparto. Questo ovviamente si ripercuoterà sulla programmazione degli interventi, tant’è che il direttore sanitario scrive ancora che “le strutture dovranno adoperarsi da subito al fine di rimodulare l’attività chirurgica programmata sulla base della redistribuzione dei letti”. Insomma la solita coperta corta.

Tra le disposizioni c’è anche quella indirizzata alle varie specialità affinché “vengano erogate le consulenze ai pazienti in Pronto Soccorso nel minor tempo possibile” e “velocizzare quanto più possibile il ricovero dei pazienti al fine di ridurne lo stazionamento”. Un altro provvedimento riguarda i day hospital e le strutture ambulatoriali: ad essi è vietato l’invio dei pazienti in Pronto Soccorso salvo casi eccezionali ed è previsto che l’eventuale ricovero venga disposto presso l’Asl di residenza o nella struttura specialistica che ha in cura il paziente.

Disposizioni molto rigide che arrivano il giorno dopo le dichiarazioni del direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle il quale aveva replicato alle accuse del sindacato, affermando che non è affatto vero che non si stia assumendo personale e attribuendo l’affollamento del Pronto Soccorso alla chiusura di quello del Martini. Critiche che la Cgil rinnova anche e soprattutto dopo le disposizioni arrivate oggi. “Questa situazione – spiega Cartellà riferendosi agli ordini impartiti dalla direzione sanitaria – determinerà un ulteriore decremento dell’assistenza chirurgica anche ai malati oncologici, allungano ancora le liste d’attesa già enormemente dilatata a causa della pandemia”. Il sindacalista torna a puntare il dito contro La Valle: “Se fosse vero, come dice, che si sta assumendo personale avremmo un reparto di degenza ordinaria aggiuntivo garantendo il ricovero dei pazienti del Pronto Soccorso e mantenendo i letti nei reparti di medicina e chirurgia”. È così – chiede Cartellà – che la direzione generale applica le direttive dell’assessorato sull’abbattimento delle liste d’attesa?”.