Salvini in tribunale Cuneo, non accetto aggettivo antisemita 

"I giudizi politici possono starci, fanno parte della dialettica democratica. L'aggettivo antisemita lo ritengo un'infamia pesante e non l'ho accettata, allora come ora". Così Matteo Salvini lasciando il tribunale di Cuneo, dove è parte offesa in un procedimento per diffamazione a carico di Carlo De Benedetti. Il leader della Lega ha testimoniato come persona offesa come parte civile, ricordando i suoi buoni rapporti con Israele e sostenendo che le frasi dell'imprenditore, pronunciate mentre erano in corso le consultazioni al Quirinale, "hanno avuto una incidenza. "Non tutte le persone approfondiscono e l'aggettivo antisemita si porta dietro questioni come la negazione dell'Olocausto". Il processo è stato aggiornato, dopo che la difesa di De Benedetti ha chiesto di depositare una memoria difensiva. Nel maggio 2018, intervistato da Lilli Gruber, De Benedetti diede a Salvini dell'"antisemita" e dello "xenofobo". Salvini ha spiegato di aver partecipato a convegni in tutta Europa sul tema, essersi battuto a Roma e Bruxelles per leggi contro l'antisemitismo, poi ha parlato del rapporto personale e delle frequentazioni con l'ex premier Netanyahu e con l'attuale ambasciatore di Israele a Roma oltre ai buoni rapporti con le comunità ebraiche "di tutta Italia, da Roma a Milano". Il processo è stato aggiornato al 18 ottobre, quando dovrebbe esserci la sentenza.

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