RETROSCENA

Gelo Aso-Fondazione ospedale, ecco perchè Moirano si è dimesso

Poco dopo l'arrivo di Azzan alla direzione del Santa Croce e Carle il manager di lungo corso ha lasciato la presidenza, ufficialmente per altri impegni. L'ex direttore regionale della Sanità si sentirebbe non gradito ai piani alti di corso Regina

Non ha sbattuto la porta, ma la sua uscita ha fatto comunque parecchio rumore. Le improvvise dimissioni che Fulvio Moirano ha rassegnato nei giorni scorsi dalla presidenza della Fondazione Ospedale Santa Croce e Carle non interrogano alla ricerca della vera spiegazione soltanto i cuneesi, ma rimbombano arrivando, non a caso, anche nei Palazzi regionali e in particolare in quello di corso Regina Margherita, passando ovviamente per il piano nobile di piazza Castello.

Possibile e soprattutto credibile che l’ex direttore regionale della Sanità, incarico per il quale venne scelto da Sergio Chiamparino ancor prima di formare la giunta della scorsa legislatura, neppure tre mesi dopo la sua riconferma lasci la fondazione per i nuovi impegni professionali e quelli famigliari? Chi lo conosce bene crederebbe prima agli alieni. Che poi è proprio come si è sentito l’ex direttore generale della potentissima Agenas, l’agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali, oggi consulente di rango per aziende sanitarie, Regioni e pure del ministero della Sanità per la riforma del discusso decreto 70, quello che da sei anni regola le reti ospedaliere e fissa altri parametri sanitari.

Moirano un alieno nel pianeta sanità? Per di più nella sua Cuneo? Anche questo pare incredibile, ma al contrario delle diplomatiche motivazioni addotte dal manager per la sua uscita dalla fondazione, ha più di un elemento di verità. Ci vuol poco a chiunque per capire di essere di troppo, un lampo per chi da decenni naviga nelle acque perigliose dove come correnti s’incrociano medicina e politica, ambizioni e ripicche, riconoscenza e tradimenti. Anche in questo caso, come in altri, le date sono importanti e spesso spiegano ciò che all’apparenza appare inspiegabile. Il 28 aprile Moirano viene riconfermato alla presidenza della fondazione che la cinquantina tra notabili cuneesi ed enti che l’hanno voluta a supporto dell’ospedale gli avevano affidato da subito. Esattamente un mese dopo, il 28 maggio, la giunta regionale nomina i nuovi direttori delle aziende sanitarie e a quella ospedaliera di Cuneo va Elide Azzan. Molti, se non tutti, pensano che dietro quella promozione ci sia proprio Moirano, il cui ruolo è stato spesso importante nel cursus professionale della nuova direttrice dell’azienda ospedaliera. Le apparenze possono ingannare e quel che vien logico immaginare può essere stravolto.

Non lo è stato stravolto, il navigato Moirano, di fronte a quel silenzio e a quell’assenza di ogni comunicazione da parte del nuovo vertice aziendale, ma sorpreso sì. Dopo la proficua e fattiva collaborazione con l’ex direttore generale Corrado Bedogni era naturale attendersi la prosecuzione di un rapporto istituzionale tra chi gli era succeduto e chi presiedeva la fondazione che aveva raccolto circa un milione di euro in poco tempo, parte del quale utilizzato per l’emergenza Covid e il resto (con quel che sarebbe arrivato in seguito) destinato sempre a sostegno dell’ospedale e, soprattutto, per aiutare la nascita di quello nuovo, un po’ come accaduto poco lontano da lì a Verduno.

A volte i silenzi dicono molto più di tante parole e quelli della Azzan, per chi conosce bene Moirano e gli ha parlato in questi giorni, hanno proiettato davanti agli occhi del manager di lungo corso l’immagine del piano nobile di corso Regina e del suo inquilino, anche se non si ha memoria di un incontro tra l’ex direttore regionale e l’assessore Luigi Icardi. Chissà forse è proprio per questo e per quelle voci di una non empatia dell’assessore per l’ormai ex presidente della fondazione che si deve il clamoroso abbandono. Sentirsi non d’aiuto, ma di ostacolo non è cosa per chi ha un curriculum infinito di incarichi di prestigio nella sanità. Tanto basta per farsi da parte, seppur un paio di mesi dalla riconferma. Sempre chi ben conosce Moirano sa che la storia di un suo possibile futuro nel board della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo è nulla più d’una boutade. Da buon ligure avrebbe atteso la nuova nomina per, semmai, lasciare quella vecchia. E mentre davanti a una poltrona lasciata libera come al solito ci si accapiglia mostrando improbabile disinteresse, nessuno esclude che dopo Moirano altri tra gli attuali vertici e soci fondatori possano seguire la sua strada rischiando di mettere in ulteriore difficoltà la fondazione o limitandone il peso. Proprio ciò che a qualcuno forse non dispiacerebbe affatto.

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