Costa, basta inchieste con titoli da film e colpevolisti

"Molte inchieste vengono rappresentate come fossero dei film. C'è un titolo, un trailer, una conferenza stampa nella quale si proiettano gli arresti, le intercettazioni anche vocali. Poi ci sono i protagonisti, ovvero i pubblici ministeri, che rilasciano interviste. Infine, c'è il botteghino di questo capolavoro che è la Rete. Eppure in questo film parla solo una campana, quella dell'accusa, la difesa non viene citata nemmeno nei titoli di coda. Le sentenze, specie di assoluzione, non interessano più a nessuno". A dirlo è Enrico Costa, capogruppo in Commissione Giustizia di Azione ed ex viceministro della Giustizia. Secondo Costa, "buona parte dei Pm lavora silenziosamente e soffre la spettacolarizzazione che fanno pochi e rumorosi colleghi". E alla domanda sul perché abbia presentato una proposta, accolta dal governo, che elimini i titoli lesivi alle inchieste, risponde: "Si tratta di una norma di civiltà. I nomi delle inchieste e le conferenze stampa sono un marchio indelebile sull'indagato e restano impresse anche sull'innocente in caso di assoluzione". Quindi non si avranno più inchieste come "Mafia capitale" o "Evasione continua"? "I nomi - risponde Enrico Costa - dovranno rispettare la presunzione di innocenza. Non dovranno evocare una condanna certa. L'Esecutivo ha recepito la direttiva europea in linea con il mio emendamento". Giuseppe Conte fa sapere che se avrà i voti cambierà la riforma Cartabia, lei che ne pensa? "Queste parole qualificano una linea del tutto illiberale...".

print_icon