BALLOTTAGGIO

Lo Russo è sindaco di Torino

Fin dalle prime rilevazioni è stata netta la vittoria del candidato del centrosinistra. Damilano molto al di sotto delle aspettative, tradito dalle periferie. Astensione record. Chiamparino: "Ora Stefano si faccia carico di chi non ha votato"

È Stefano Lo Russo il prossimo sindaco di Torino. Secondo gli exit poll di Opinio-Rai è nettamente in vantaggio, con una forbice tra il 56 e il 60%, sullo sfidante del centrodestra Paolo Damilano, fermo al 40-44%. Stesso quadro presentano le tendenze di Swg per La7 e seppur con piccole variazioni gli istant poll di Sky (53-57%/43-47%). “Non nego l’emozione. Questa vittoria la dedico a una persona che per me è stato un maestro, un padre, una guida, don Aldo Rabino”. Sono le prime parole di Lo Russo giunto al suo comitato elettorale. Salesiano, storico cappellano del Torino, è stato il sacerdote, morto nel 2015, ad avviare Lo Russo al volontariato e alla politica.

Poco conosciuto fuori dall’ambito cittadino, dove svolge la sua attività di professore universitario e di politico, l’outsider Lo Russo è nato il 15 ottobre 1975. Figlio unico di una famiglia di origini operaie, si dichiara non credente e senza compagna al momento. Separato è padre della 14enne Beatrice. Una sfera privata ridotta all’osso, in una vita scissa tra la carriera professionale, è professore ordinario in geologia applicata al Politecnico, e la politica in Comune iniziata nel 2006 quando venne eletto consigliere comunale per la prima volta, e dove rimarrà almeno fino al 2026 come sindaco. È stato anche assessore, dal 2013 al 2016, responsabile delle Politiche Urbanistiche nell’unica giunta Fassino. Lo Russo ha sorpreso tutti, anche i suoi sostenitori, staccando già al primo turno di ben cinque punti il suo avversario principale, quel Damilano sceso apposta in politica per succedere a Chiara Appendino. Un distacco che al ballottaggio è cresciuto ancora, lasciando a Lo Russo la possibilità di una vittoria chiara e indiscutibile. Ha premiato la scelta di non allearsi con il Movimento 5 Stelle, cui il neosindaco non ha dato tregua per cinque anni da capogruppo del Pd in consiglio.

“Ero molto fiducioso dopo il primo turno, che è stato una parziale sorpresa, ormai la vittoria mi sembra scontata”, dice Sergio Chiamparino. Per il sindaco olimpico ed ex governatore del Piemonte Lo Russo “dovrà essere il sindaco anche di chi non è andato a votare, ora bisognerà capire chi non è andato a votare, non è un problema solo di Torino, ora servono gesti concreti che facciano sentire le istituzioni utili per i cittadini”.“Anno dopo anno, giorno dopo giorno è cresciuto in noi la consapevolezza di potercela fare: eravamo convinti di avere il candidato migliore. Abbiamo risposto con le idee, scendendo in piazza contro chi è venuto qui a diffondere odio e alimentare paure. Noi abbiamo fatto delle proposte, la città ci ha premiato”. Questo il commento a caldo del segretario metropolitano del Pd, Mimmo Carretta. “Stefano avrà una grossa responsabilità – dice – quella di parlare anche a quella città che non è andata al voto. La città non è andata al voto non per pigrizia, ma per scelta, evidentemente il malessere che serpeggia nella pancia della città è un malessere importante, di cui bisogna tenerne conto. Oggi – conclude – c’è grande soddisfazione, perché sono anni che ci stiamo lavorando. Oggi è davvero tanta roba”. È comprensibilmente soddisfatto anche Piero Fassino che cinque anni fa perse la guida della città battuto da Chiara Appendino e che oggi assapora una punta di rivincita: “Mi pare chiarissimo il risultato, è una netta vittoria di Stefano Lo Russo. I primi seggi danno un risultato chiarissimo, una maggioranza molto larga. Merito innanzitutto di Lo Russo, che ha condotto una campagna elettorale straordinaria”.

Al ballottaggio l’affluenza è stata del 42,13%, nuovo minino storico che ritocca il 48,08% del primo turno. Sono andati alle urne 290.581 elettori su 689.684 aventi diritto. L’affluenza più alta nella circoscrizione 1 (Centro-Crocetta), 46,49%, la più bassa nella circoscrizione 6 (Barriera di Milano-Falchera-Regio parco), alla periferia nord della città, 35,66%.

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