DISCORDIA ISTITUZIONALE

Olimpiadi, "Cirio non insista".
Sala fa il bauscia col Piemonte

Il sindaco di Milano pare seccato dal pressing del governatore e del primo cittadino di Torino. La solita arroganza dei cugini d'Oltreticino o c'è qualche ragione politica e personale? Una cosa è certa, utilizzando qualche impianto dei Giochi 2006 si risparmierebbe

Si sarà pure iscritto ai Verdi Beppe Sala, ma pare piuttosto impermeabile alle tematiche ambientali. Non sono bastati neanche i dati, economici ed ecologici, snocciolati da Alberto Cirio e Stefano Lo Russo per convincerlo dell’utilità di trasferire una parte (decisamente residuale) delle competizioni olimpiche in Piemonte. “Torino ha avuto la possibilità di partecipare alle Olimpiadi e ha deciso dì non esserci. Non noi, nessuno ha voluto escluderla e adesso il percorso è molto avanti. Se ne faccia una ragione Cirio e la smetta anche di insistere” sono le parole del sindaco di Milano che tradisce un’acredine addirittura un po’ fuori luogo, persino sospetta. Cosa avranno fatto mai Torino e il Piemonte al bizzoso primo cittadino meneghino?

Le montagne torinesi, si sa, possono mettere a disposizione gli impianti di bob (Cesana) e trampolino (Pragelato). In particolare su quest’ultimo ci sarebbe stata anche un’apertura della sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali nel colloquio avuto nei giorni scorsi con l’assessore regionale Fabrizio Ricca. Eppure, a quanto pare, sono i territori che già si stanno spartendo la torta a manifestare ritrosia nel condividerla anche con i vicini di Torino. “Al momento giusto è stata Torino a decidere, nessuno ha voluto tenerla fuori. Ho capito che siamo il paese dove bisogna sempre discutere di tutto e questa magari è la cultura di Cirio ma non è la mia”. E sì, se ne faccia una ragione Sala: finché per organizzare le Olimpiadi avrà bisogno degli ingenti finanziamenti del Governo dovrà discutere e magari ridiscutere e poi farlo ancora. Dopotutto se Cirio e Lo Russo stanno provando a rientrare in gioco è solo perché Milano e Cortina sono indietro per la realizzazione di alcuni impianti, peraltro molto impattanti sul paesaggio (e sì che ne sanno qualcosa i torinesi). Ma al verde Sala la questione pare non interessi.

“È troppo tardi? Davvero? È troppo tardi per risparmiare 300 milioni utilizzando parte degli impianti Torino 2006?” lo ha attaccato Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi uguali verdi in Regione Piemonte in una nota scritta assieme alle rappresentanti di Sinistra Ecologista al Comune di Torino, Alice Ravinale e Sara Diena. E così si fa strada la tesi che dietro a tanto astio ci sia qualcosa di personale più che di politico tra Sala e Torino, così forse si spiegano anche le indiscrezioni che nei giorni caldi della campagna elettorale parlavano di un primo cittadino di Milano impegnato a sostenere il candidato di centrodestra Paolo Damilano (che infatti ricambiò con un singolare endorsement), contro Lo Russo che era pure il candidato del suo stesso schieramento.

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