POLITICA & SANITA'

Pnrr Sanità, progetti in un mese

In corso Regina già vagliata una parte delle proposte tecniche delle Asl per ospedali e case di comunità. Icardi: "Discuteremo con i sindaci le osservazioni e le proposte di modifica". I tempi però sono stretti: entro il 20 dicembre il dossier va spedito a Roma

Meno di un mese per completare il piano piemontese della sanità per il Pnrr. “Entro il 20 dicembre dobbiamo deliberare su questi atti e, subito dopo, inviarli a Roma”, spiega l’assessore Luigi Icardi che, nei suoi uffici di corso Regina Margherita, ha già ricevuto dai direttori generali delle Asl circa la metà dei prospetti sulle strutture utilizzabili per gli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

Oggi e nei prossimi giorni ne arriveranno altri. Contengono, come si diceva, l’elenco degli immobili e le indicazioni elaborate dagli uffici delle aziende sanitarie per un loro utilizzo come Casa di Comunità, sedi di Centrali Operative TerritorialiOspedali di Comunità, ovvero le tre principali tipologie di strutture previste dalla cosiddetta mission 6 del Pnrr. Quello dell’approdo in corso Regina dei progetti predisposti da ogni singola Asl è soltanto uno dei primi passaggi previsti, sia pure nella ristrettezza dei tempi, per arrivare all’invio al ministero dell’intero dossier piemontese. 

“Dopo un prospetto degli immobili utilizzabili per le nuove strutture previste che abbiamo chiesto a ciascuna Asl, incontreremo le conferenze dei sindaci e discuteremo nei dettagli il piano, ma prima dobbiamo sapere con esattezza quali sono le risorse su cui possiamo contare”, aveva annunciato circa un mese fa Icardi che oggi ribadisce l’importanza di quel passaggio con gli enti locali su cui le opposizioni, in particolare il consigliere regionale Pd Domenico Ravetti ma anche LeU con il suo capogruppo alla Camera Federico Fornaro, hanno alzato toni allarmati non nascondendo la preoccupazione di veder tagliati fuori dal processo decisionale i sindaci, così come lo stesso consiglio regionale.

Una condivisione che, secondo Icardi, ci sarà seppure in due passaggi. Il primo, con la presentazione da parte dei direttori generali delle Asl agli amministratori del territorio dei piani già verificati e in alcuni casi modificati dagli uffici dell’assessorato, il secondo – più importante – con un incontro degli stessi sindaci con l’assessore e i vertici di corso Regina nel caso, tutt’altro che raro, in cui il progetto formulato dall’azienda sanitaria non coincida con le aspettative e le richieste di chi conosce il territorio e le sue necessità ben più rispetto a manager in molti casi arrivati da poco, spesso con la valigia sempre pronta per altri lidi, e che altrettanto spesso si affidano a tecnici e dirigenti non sempre sensibili alle reali esigenze dei cittadini.

“I direttori generali – spiega l’assessore – dovranno chiedere ai sindaci se ci sono osservazioni, di segnalare cose che non vanno bene e se ci saranno delle questioni da risolvere, delle modifiche da fare, incontrerò io con gli uffici dell’assessorato i sindaci per arrivare a una soluzione condivisa, più che disponibile a fare tutte le variazioni, correttivi e aggiustamenti che verranno proposti e, ovviamente, che risulteranno fattibili.  Naturalmente – aggiunge Icardi – la discussione ci sarà anche a livello politico in consiglio regionale”.

Quella della condivisione della decisioni in materia di sanità, oggi invocata dal centrosinistra, è questione sulla quale in passato si sono scottati anche assessori dei partiti oggi all’opposizione. Quando, sei anni fa, al momento del varo della riforma della rete ospedaliera l’allora assessore Antonio Saitta si trovò sommerso da centinaia di ricorsi (peraltro poi senza esito) da parte dei sindaci, scoprì che moltissimi di loro erano del suo partito o comunque di centrosinistra. L’accusa dei primi cittadini all’allora inquilino di corso Regina (e al governatore Sergio Chiamparino), oltre alle contestazioni nel merito, era stata di aver calato la riforma dall’alto senza, appunto, condividerla con il territorio. Un precedente pesante per Icardi. E non solo per lui.

print_icon