TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd Torino, accordo tra le correnti: Mazzù verso la segreteria

L'ex sindaco di Grugliasco proposto dal blocco "lorussiano" per la successione di Carretta. Anche la sinistra si accoda. Veto sull'ex parlamentare Bragantini. Entro il 7 febbraio la presentazione delle candidature e poi via al congresso provinciale

Giorni e giorni di trattative serrate, veti incrociati, bluff e rilanci. Infine la fumata bianca. Non è il Quirinale, bensì la partita che ha coinvolto tutte (o quasi) le anime del Pd subalpino. Sarà Marcello Mazzù il prossimo segretario della Federazione di Torino: nella riunione di questo pomeriggio le componenti del partito hanno trovato l’accordo per un percorso unitario attorno al nome dell’ex sindaco di Grugliasco e per alcuni anni presidente dell’Atc, l’Agenzia per le case popolari del capoluogo piemontese e della sua area metropolitana.

A convocare il congresso è stata la direzione del 24 gennaio scorso che ha approvato il regolamento. C’è tempo fino al 7 febbraio per presentare le candidature corredate da almeno 290 firme degli iscritti (il 5 per cento del totale) in rappresentanza di almeno il 20% dei circoli. L’assemblea che eleggerà il nuovo segretario si dovrà tenere entro il 26 febbraio dopo quelle delle varie sezioni che eleggeranno i delegati.

A proporre il nome di Mazzù, 64 anni, medico di base specializzato in medicina del lavoro oggi a capo del Cidiu, l'azienda per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti della zona Ovest di Torino, è stato il cosiddetto blocco “lorussiano”, chiamato alla prima prova di compattezza dopo il successo elettorale alle amministrative di Torino. Una figura di mediazione, tra i sostenitori della prima ora di Stefano Lo Russo. Solo la sinistra cuperliana del deputato Andrea Giorgis ha mostrato qualche resistenza ma senza ergere un muro. Ben più intransigente la posizione dell’altra corrente di sinistra, quella capeggiata dalla vicepresidente del Senato Anna Rossomando, nei confronti di Paola Bragantini, ex deputata già segretario dal 2010 al 2013, la candidata alla guida del partito che era apparsa fino a lunedì la favorita.

La trattativa è stata condotta dal consigliere regionale Daniele Valle, affiancato dal capogruppo dem a Palazzo Lascaris, Raffaele Gallo, che in un primo tempo aveva provato a perorare la causa di un altro grugliaschese, il segretario del circolo locale Dario Lorenzoni. Figura certamente poco divisiva ma al contempo “fragile” e con scarsa esperienza alle spalle. Anche il tentativo di cercare una sponda in Lo Russo (che ha seguito le trattative da lontano ma con attenzione) durante un incontro che si è svolto domenica, non sarebbe andato a buon fine se lo stesso Gallo ha definito “freddo” il sindaco di fronte all’ipotesi del suo candidato. Di qui la sua decisione di convergere prima su Bragantini e poi su Mazzù, allargando al deputato Stefano Lepri (che in una prima fase aveva fatto circolare il nome di Mimmo Lucà) e poi alla sinistra che non ci ha messo molto a ritirare il proprio cavallo, l’ex consigliere regionale Andrea Appiano. Dopo aver accarezzato in un primo tempo l’ipotesi di scendere in campo, il sindaco di Moncalieri Paolo Montagna si è defilato, così come il collega di Grugliasco Roberto Montà, successore di Mazzù ora in scadenza di mandato.

La Bragantini, eletta alla Camera nella XVII legislatura oggi tassista di Parigi 12 e in passato già segretaria del partito subalpino, ha scontato il sospetto che potesse utilizzare il ruolo di partito per fare rientro a Montecitorio, aumentando così il numero dei potenziali concorrenti. Nessuno dei deputati e senatori torinesi, infatti, è apparso troppo entusiasta di concederle una posizione di vantaggio in vista di una competizione interna che si annuncia serrata, ancor più dopo il recente taglio dei parlamentari. 

Mazzù riceverà il testimone da Mimmo Carretta, che ha avuto il merito, lo scorso anno, di preservare il partito locale da alchimie politiche nazionali, lavorando a un percorso che ha consentito al centrosinistra di tornare alla guida di Torino.

print_icon