TRAVAGLI DEMOCRATICI

"Tradita da chi ha sbagliato tutto", Bragantini accusa la sinistra Pd

L'ex deputata, trafitta da una pioggia di veti, ha dovuto rinunciare alla segreteria della Federazione di Torino. Questa mattina le dimissioni dall'incarico nel partito regionale. Tra i congiurati Rossomando, Giorgis e Furia (che smentisce)

È entrata Papa nel conclave del Pd, ne è uscita… santa. Nel senso di San Sebastiano. Tante sono state le frecce che hanno trafitto la candidatura di Paola Bragantini alla segreteria della Federazione di Torino, fino alla decisione di virare su un profilo di mediazione come quello dell’ex sindaco di Grugliasco Marcello Mazzù. Lei, che segretario lo è stata dal 2010 al 2013 prima di approdare a Montecitorio, non l’ha presa bene e questa mattina ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di coordinatrice di un’altra segreteria, quella regionale, dov’era stata l’unica a sventolare sin dall’inizio la bandiera di Stefano Lo Russo alle scorse amministrative. Poche righe scritte al numero uno del partito piemontese Paolo Furia e, per conoscenza, anche a quei parlamentari che hanno scosso la testa di fronte al suo nome, a partire dalla vicepresidente del Senato Anna Rossomando e dal deputato Andrea Giorgis; poi l’uscita dalla chat della segreteria regionale ha sancito la frattura definitiva. “Da adesso torno a essere una semplice iscritta” conferma allo Spiffero.

La ferita brucia ancora e dopo tanto silenzio l’ex parlamentare, ora tassista, fornisce la sua versione di quanto accaduto in questi cinque giorni di trattative tra le correnti: “È accaduto che chi ha perso su tutta la linea alle comunali, chi ha sostenuto per mesi l’alleanza con il Movimento 5 stelle, chi voleva altri candidati più empatici rispetto a Lo Russo, chi addirittura si è candidato contro di lui alle primarie ora ha avuto la possibilità di togliersi qualche sassolino dalle scarpe”. Insomma, una ripicca? “Non lo so, resto ai fatti. C’è stato addirittura chi, dopo avermi chiesto tre anni fa di candidarmi segretario regionale ieri avrebbe avuto l’ardire di spiegare che sono un personaggio divisivo”.

Una posizione ribadita anche in una telefonata con Furia, con cui il rapporto è sempre stato piuttosto teso: “Non ho condiviso nulla della sua impostazione politica, a questo punto mi pareva naturale togliere il disturbo”. Assieme a Giorgis e Rossomando, il segretario regionale è considerato uno dei principali artefici della bocciatura di Bragantini (lui, però, smentisce). “Non avevo chiesto niente a nessuno e non imputo niente a nessuno. Semplicemente prendo atto che c’è stata un’area politica che ha preferito altre soluzioni”. “Detto questo – conclude – considero Marcello (Mazzù ndr) una persona capace e mi metto sin da subito a disposizione per essere utile alla causa”.

print_icon