GLORIE NOSTRANE

Susta si (ri)mette in Azione

L'ex eurodeputato di Biella, dopo tanto peregrinare, sarà il prossimo segretario piemontese del partito di Calenda. Domani il congresso regionale: i vice saranno Salvadori e De Stasio

Né a destra né a sinistra, ma guai a pronunziare la parola “centro”, che a Carlo Calenda fa letteralmente “schifo”. Nell’attesa che le prossime elezioni amministrative e politiche stabiliscano la reale forza elettorale di Azione e la sua collocazione sullo scacchiere politico, il partito dell’ex ministro di Matteo Renzi si dà una struttura. E lo fa con congressi nella loro accezione più classica e attraverso liturgie consolidate in decenni di prima repubblica: dal livello provinciale, al regionale, fino a quello nazionale. In Piemonte la riunione si svolgerà martedì sera in modalità online, alla presenza di Matteo Richetti, ma nessuno s’aspetti particolari sorprese: unica lista in rappresentanza della sola mozione congressuale in campo, quella che fa capo a Gianluca Susta. Sarà lui, avvocato di Biella e politico di lungo corso, il prossimo segretario regionale.

Classe 1956, Susta ha mosso i primi passi in politica nella Democrazia cristiana, dov’è stato segretario regionale del movimento giovanile. Intanto inizia a mettere un piede nell’amministrazione pubblica: nel 1974 l’elezione al Consiglio comunale di Biella dove poi diventa assessore e infine sindaco, tra il 1992 e il 2004. L’inizio degli anni Duemila segnano l’approdo in Provincia e poi in Regione dove nel 2005 assume la carica di vicepresidente con Mercedes Bresso. La Democrazia cristiana, intanto, si è sciolta da un pezzo e Susta è confluito nel Partito popolare e poi nella Margherita, di cui diventa il numero uno a livello regionale regionale, e infine nel Pd. E qui arriva la sua prima grande delusione. Considerato un rutelliano doc, Susta – che nel 2006 era pure sbarcato a Bruxelles – viene indicato dai vertici nazionali come il segretario piemontese designato, ma mentre in tutta Italia i congressi scivolano via secondo le indicazioni delle varie correnti, il Piemonte si ribella e una inedita alleanza tra ex Dc e sinistra Ds incorona Gianfranco Morgando. Nel 2009 viene rieletto al Parlamento europeo con il Pd ma nel 2011 fa le valigie e mentre Francesco Rutelli – che ha appena fondato l’Api – lo corteggia, lui si avvicina a Massimo Cacciari. Nel 2013 sale sul treno dell’ex premier Mario Monti con cui approda in Senato ma anche quella casacca, ben presto, inizia a stargli stretta e così nel 2015 torna nel Partito democratico assieme a una serie di parlamentari eletti in Scelta Civica. Era l’anno di Matteo Renzi premier, l’inizio di una parabola che ben presto è diventata discendente e quando quell’esperienza si conclude Susta torna un’anima in pena.

Così, attraverso i buoni uffici di Enrico Costa, Claudio Lubatti e Gabriele Molinari inizia ad avvicinarsi ad Azione finché non gli viene offerta la carica più importante, peraltro alla vigilia delle elezioni politiche e a due anni da quelle regionali. I suoi vice saranno Francesca Salvadori, già candidata alle Comunali di Torino con Stefano Lo Russo, e Sergio De Stasio, reduce dalla campagna elettorale di Novara dove ha corso in rappresentanza del polo centrista (pardon Calenda, riformista). Al provinciale di Torino è stata già eletta l’imprenditrice Cristina Peddis.

Sono 1.500 gli iscritti in tutta la regione di cui la metà circa nell’area metropolitana torinese dove, in occasione delle ultime amministrative, si è assistito a un’emorragia di militanti confluiti nella coalizione di Paolo Damilano. Tra loro anche Alberto Nigra che in queste ore è stato nominato responsabile degli Enti locali di Torino Bellissima. Con questa lunga cavalcata congressuale, che si concluderà nel weekend del 19 e 20 febbraio, Azione diventa ufficialmente grande: un partito strutturato a tutti gli effetti pronto a partire. Ma per andare dove?

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