FIANCO DESTR

"La Lega ce l'ha duro", Molinari prende il Viagra

Il segretario piemontese del Carroccio rivendica di aver respinto l'offensiva di Fratelli d'Italia: "Non imparano mai la lezione, come quando volevano spezzare le reni alla Grecia". Rapporti ormai logori. Per Cirio si preannuncia una fine legislatura particolarmente difficile

“Ottimo, avremo due assessori in più”. Il commento a caldo che il segretario regionale della Lega Riccardo Molinari affida alla chat interna del partito dopo lo strappo dei Fratelli d’Italia sull’ufficio di presidenza di Palazzo Lascaris segna inequivocabilmente l’avvio della rappresaglia leghista. E rispunta addirittura il vocabolario degli anni d'oro per chiosare un altro messaggio: “Allasia riconfermato presidente e i Fratelli d'Italia tra lamenti e piagnistei usciti dall'aula. Prova di forza respinta e rimandanta al mittente”, perché – ecchellà – “la Lega ce l'ha duro”. Una dose massiccia di Viagra, par di capire, lo scontro con i meloniani e quel che ne seguirà, per Molinari.

Principale fautore della linea dura, confermata ancora nel direttivo regionale di ieri pomeriggio, l'onorevole segretario proietta già in un’uscita dei Fratelli dalla giunta. Uscita che potrebbe proprio essere chiesta dalla principale forza politica di una maggioranza che, di fatto, risulta difficile definire ancora con questo termine. Della vicenda sollevata dai meloniani, fermi nel rivendicare la vicepresidenza del consiglio regionale, il segretario della Lega aveva parlato nei giorni scorsi con Matteo Salvini. E da quell’incontro era emersa con nettezza la strategia nazionale di FdI, così come la regia individuabile nella stessa Giorgia Meloni di quello che non è, dunque, confinabile come una mera questione locale (sia pure di livello regionale) e di posti. Il leader della Lega, reduce dalle ammaccature quirinalizie, avrebbe convenuto sul fatto che dall’ormai (quasi) ex alleato dopo una aggressiva campagna di proselitismo, sia partita un’offensiva proprio sul terreno delle Regioni.

Posta sulla chat il pezzo dello Spiffero con cui il suo omologo Fabrizio Comba aveva annunciato di "andare fino in fondo" nello scontro, intinge la tastiera nel curaro e anche stavolta un balzo all'indietro, ma di quelli che pesano: "Del resto anche quando volevano spezzare le reni alla Grecia era andata malino – scrive evocando gesta degli avi politici del Fratelli – non imparano mai la lezione". Più rottura di così... 

E se Salvini è a piena conoscenza di quanto succede in Piemonte, non è illogico supporre che anche ciò che seguirà allo strappo è pienamente condiviso dal massimo vertice della Lega. Ci sarà una formale richiesta di uscita dalla maggioranza rivolta a FdI? Si arriverà a questo con un facile casus belli? Le prossime ore e i prossimi giorni saranno decisivi. I numeri per governare senza i Fratelli, Lega e Forza Italia, sia pur risicati li hanno. E poi non è affatto detto non si possa assistere a una sorta di nemesi dell’arrembante campagna acquisti meloniana. Anche su questo, probabilmente, conta il principale azionista dell’ormai fu maggioranza. Una situazione che se non addirittura prevista, certamente messa in conto. Tanto da affidare quella previsione, quasi liberatoria, alla chat pochi minuti dopo lo strappo sancito dal capogruppo di Fdi Paolo Bongioanni con il durissimo atto d’accusa nei confronti di Forza Italia e soprattutto della Lega, definiti “cosiddetti alleati”. Ormai (quasi) ex.

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