LA GUERRA ALLE PORTE

Anti-Zelensky pure in Piemonte:
"Non intervenga in Parlamento"

Grillini di ieri e di oggi contro il presidente dell'Ucraina. La consigliera regionale Frediani (M4o), quella che da No Tav delirava di occupazione militare della Valsusa: "Ci porta alla Terza guerra mondiale, non consentiamogli di esibirsi". Come lei il senatore M5s Airola

Anche in Piemonte prende corpo la fronda anti-Ucraina. E, come in parlamento, il fronte anche in questo caso è guidato da una ex Movimento 5 stelle come la consigliera regionale valsusina Francesca Frediani, pasionaria No Tav e “pacifista” intransigente. “Non si consenta” a Volodymyr Zelensky “di esibirsi davanti al nostro Parlamento” è l’appello di Frediani in un post su facebook a commento di una dichiarazione del presidente ucraino (“pronto per i negoziati ma se falliscono potrebbe essere la terza guerra mondiale”). “Ma che dichiarazione sarebbe? – si chiede Frediani –. La terza guerra mondiale dipende dalle sue decisioni? Io spero che si faccia un passo indietro e, per prima cosa, non si consenta questo personaggio di esibirsi davanti al nostro Parlamento, e poi si cerchi di far realmente dialogare le due parti, per arrivare al più presto alla pace”.

Questo è solo uno dei tanti interventi di Frediani (e altri grillini di nuovo e vecchio conio) contro il presidente dell’Ucraina, colpevole – con la sua resistenza – di favorire una escalation del conflitto. La stessa Frediani che è stata piuttosto comprensiva sulla guerriglia dei No Tav scatenata in Valsusa; anche in quel caso facendo volutamente confusione tra aggressori e aggrediti, sbraitando contro la “militarizzazione” di una valle che senza la tristemente nota teppaglia violenta non ci sarebbe stato bisogno di presidiare con esercito e forze dell'ordine.  

Una linea comune a quella di un altro ex compagno di partito, il senatore Alberto Airola, spesso su posizioni critiche e, in passato, protagonista di intemerate e iniziative sconcertanti, però rimasto nel M5s. “Domani non sarò in Aula per il collegamento con Zelensky, sono in congedo per malattia ma non credo che sarei andato comunque. Non sono ostile a priori ma neppure favorevole, non mi piace questo tifo schierato tra buoni e cattivi, tutti hanno molte responsabilità”, dichiara. Di una cosa è però certo: “Non voterò per l’invio di armi”, per poi inerpicarsi in azzardate analisi politiche, logiche, sintattiche e grammaticali: “Essere pacifista non vuol dire essere amico di Putin. Se lo fosse dovremmo per caso dire che pure il Papa è schierato?” argomenta, diciamo, Airola che ripete: “Qualsiasi invio di armi all’Ucraina, mina la pace e provoca il popolo ucraino non possa sacrificare uomini, donne, figli, fratelli e sorelle a questo stadio di occupazione. L’ho detto e ripetuto più volte. Su questo punto dobbiamo tutti fare una profonda riflessione”. Se ci avete capito qualcosa.

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