PALAZZO CIVICO

Chi di procura ferisce non perisce,  questa volta il M5s spara a salve

Il capogruppo grillino Russi minaccia le carte bollate per un presunto vizio procedurale sul Patto per Torino. Un modo per restituire a Lo Russo pan per focaccia, dopo che la sua denuncia ha portato alla condanna di Appendino. Ma la vendetta dovrà attendere

Chi di procura ferisce di procura (non) perisce. Almeno per il momento. Come nel più classico dei contrappassi, è il sindaco Stefano Lo Russo a subire le minacce di un ricorso alle carte bollate sull’iter per l’approvazione del bilancio di Palazzo Civico. In una lettera inviata al segretario generale, il capogruppo del Movimento 5 stelle Andrea Russi spiega perché a suo giudizio l’accordo con il Governo – il cosiddetto “Patto per Torino” –, in base al quale la città usufruirà di un contributo straordinario di 70 milioni all’anno per vent’anni, “avrebbe dovuto tradursi in un atto amministrativo”.

E dire che era stato proprio Lo Russo, quando capeggiava l’opposizione a Chiara Appendino alla guida del gruppo Pd, che aveva inguaiato l’allora sindaca con un esposto in Procura sempre per una questione di conti. In particolare di un debito da 5 milioni di euro che il Comune aveva con una società, la Ream, e che la giunta non aveva correttamente inserito nel bilancio. Ne è uscito un processo concluso, in primo grado, con una condanna a sei mesi per falso, che ha investito l’ex sindaca. E ora occhio per occhio dente per dente? A rendere pan per focaccia è colui che Appendino considera una sorta di erede politico, Russi appunto. Il più battagliero dei consiglieri di opposizione che, sfruttando qualche buon ufficio in via Milano e in qualche ministero, prova a rendere il cammino del primo cittadino e della sua giunta un po’ più accidentato del previsto. In questo caso, però, le sue armi sembrano spuntate e il fatto che non abbia atteso la fine dell’iter per denunciare il presunto errore e puntare il dito contro il primo cittadino è la dimostrazione che neanche lui crede troppo in questa iniziativa.  

L’esponente grillino cita, nella sua lettera, il Tuel (Testo unico degli enti locali) nella parte in cui definisce i compiti del Consiglio comunale. E a suo giudizio l’accordo in questione “rientra a tutti gli effetti tra le spese che impegnino i bilanci per esercizi successivi”, quindi tra le responsabilità della Sala Rossa che invece sarà chiamata a esprimersi esclusivamente sulla delibera complessiva di bilancio. È un problema? Di certo, in questo caso, non pare esserci alcun falso come invece accadde, secondo i giudici, cinque anni fa tra correzioni a penna e omissioni all’aula.

Al piano nobile di Palazzo Civico, al momento, nessuno si preoccupa: “Abbiamo verificato, è tutto ok” fanno sapere dallo staff del sindaco. “Ad alcuni dei miei colleghi in Sala Rossa – dice la capogruppo dem Nadia Conticelli – è sfuggito che la vera notizia semmai è che Mario Draghi verrà a Torino a siglare questo protocollo. Trovo incomprensibile che alcune forze di minoranza facciamo il tifo contro la città. Sulla polemica sollevata dall’opposizione, Conticelli conclude che “la delibera del patto è stata approvata dal Consiglio anche se la legge dava al sindaco la facoltà di scegliere i parametri dell’accordo. Mi dispiace che qualcuno non riesca a trovare un ruolo nello sforzo collettivo per uscire dalla crisi e resti imbrigliato nel loop del complotto. Ma saranno i cittadini a valutare”.

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