SANITÀ DEL FUTURO

Città della Salute verso il naufragio per le tante promesse da marinaio

Una gara andata deserta, soldi annunciati mai stanziati, il nuovo accordo di programma ancora da firmare. Ecco la cronaca di un disastro targato Lega: sono del partito di Salvini tutti i protagonisti della vicenda. E il vecchio ospedale di Novara tagliato fuori dal Pnrr

La Città della Salute di Novara rischia di naufragare. Incagliata tra gli scogli della burocrazia ministeriale e finita nelle secche da un’amministrazione regionale che naviga a vista e piuttosto incline alle promesse da marinaio, pare avviata alla deriva. A 7 mesi dal fatidico 20 settembre 2021 quando divenne formale ciò che in Regione era già noto per lo meno da marzo, ovvero che la gara d’appalto era andata deserta, di concreto non si è mosso nulla. Nonostante propaganda e annunci nemmeno la richiesta al ministero di aumentare i fondi a disposizione per la gara risulta inviata. Si è parlato di 74 milioni in più sui 320 milioni iniziali e qualche altra decina disponibili a valere su un fondo di riserva a copertura dell’inflazione, ma allo stato dell’arte sono solo parole. Le stesse che lo scorso 25 gennaio sono risuonate in una stanza di Lungotevere Ripa, dicastero della Salute, presenti il titolare Roberto Speranza, il direttore generale della Programmazione sanitaria Andrea Urbani, il governatore Alberto Cirio, l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, il sindaco Alessandro Canelli e il direttore generale dell’Ospedale Maggiore Gianfranco Zulian: a metà febbraio un nuovo Accordo di programma con la ridefinizione del budget; entro il 1° marzo il via libera del Nucleo di valutazione; alla fine di marzo nuova gara d’appalto. Tutto saltato, o quasi.

Ora di milioni ne servono ancora di più: 96, a detta dei tecnici del ministero dell’Economia e delle Finanze, indispensabili per far fronte alla crescita esponenziale delle materie prime e delle turbolenze dei mercati. In Regione stanno redigendo una bozza da inviare a Roma, un testo che recependo le variazioni dovrà nuovamente essere sottoposto al vaglio dei ministeri competenti, con tutte le incognite del caso. A partire dal parere del Nucleo di valutazione che, nel frattempo è decaduto a ottobre e i nuovi membri non sono stati designati. Quando avverranno le designazioni è un mistero. Diciamo che con quello che sta capitando nelle dinamiche interne alla maggioranza e sul fronte internazionale non è precisamente in cima alle priorità di Mario Draghi, Daniele Franco e Speranza. Al punto che nessuno esclude che tali nomine potrebbero passare in eredità al prossimo governo. E comunque, siamo certi che il Nucleo approverebbe a scatola chiusa o more solito chiederebbe ulteriori modifiche con inevitabile allungamento dei tempi?

Ma quand’anche un miracolo sbloccasse la situazione il percorso sarebbe solo all’inizio. Infatti, passata la forca caudina del Nucleo di valutazione si dovrebbe procedere alla stesura e alla firma del nuovo accordo di programma da approvare a cura di Regione, ministero e comune di Novara. Qualcuno ce lo vede Icardi affannarsi per farlo siglare urgentemente dalla giunta? A seguire ci sarebbe il decreto ministeriale e a quel punto la palla tornerebbe alla stazione appaltante (quella stessa azienda ospedaliera che in 7 mesi non è riuscita a costruire il dossier da inviare a Roma) per la stesura del disciplinare del bando e l’indizione della gara. Si può sensatamente immaginare che il tutto possa concludersi nei prossimi otto o nove mesi? Servirebbe un atto di fede più che di speranza per crederci. Dunque, si va al prossimo governo e cioè all’estate 2023. Quindi politicamente ed amministrativamente parlando al mai.

La sensazione è che la giunta Cirio non abbia manifestato grande volontà politica di realizzarla la Città della Salute, semmai il contrario. Per capirci. Sarebbe bastato che il 21 settembre scorso, preso atto del fallimento annunciato, la Regione si fosse mossa chiedendo una banale integrazione della dotazione al ministero a valere sui fondi già disponibili e dedicati ex art. 20 e oggi probabilmente parleremmo di una gara in corso. Invece no. Inopinatamente la Regione ha deciso di chiedere una revisione dell’Accordo di programma. Questione tutt’altro che solo semantica. Infatti, come si accennava, se anche oggi la richiesta fosse formalizzata la stessa metterebbe semplicemente in moto un meccanismo lungo, complesso e dall’esito incerto. Si tornerebbe alla situazione del marzo 2019 con la giunta Chiamparino che chiedeva la firma del decreto di finanziamento. Allora ci vollero circa 15 mesi per venirne a capo; oggi è molto dubbio che basterebbero.

È chiaro che il disastro ha radici che affondano ben prima dello scorso settembre. Quando la giunta Cirio si insediò nell’estate 2019 il patto per il nuovo ospedale sembrava già ben imbandito dalla giunta precedente. Tutto pronto. Inaspettatamente invece il neo assessore Icardi col il fido braccio destro Fabio Aimar (allora direttore dell’assessorato) si mise di traverso straparlando di speculazione privata in agguato e giocando di sponda con il ministero retto dalla grillina Giulia Grillo che, infatti, bloccò tutto per un anno. Ci volle la determinazione del sindaco di Novara Canelli per venirne a capo e la gara finalmente partì ma a costo di una modifica esiziale: la riduzione drastica del periodo concessorio per chi se la sarebbe aggiudicata. Ci ricordiamo la tronfia grancassa del duo Icardi-Aimar che si vantò di aver fatto risparmiare (sic) all’erario decine di milioni? Infatti... In realtà, si era resa impossibile la gara rendendone l’aggiudicazione una fonte di perdite per il vincitore. Un capolavoro. Vanamente le aziende segnalarono il disastro nelle osservazioni di rito fino ad annunciare a marzo il disimpegno. Si proseguì come nulla fosse fino a settembre quando si tentò maldestramente di giustificare il fallimento della gara con l’aumento dei prezzi che ormai stavano lievitando. Tutte balle. A marzo l’inflazione era ancora di là da venire.

E qui si torna alla cronaca. Con i cittadini piemontesi e novaresi in particolare privati di un’infrastruttura fondamentale e il Comune che si trova un buco nero nella sua programmazione urbanistica, sanitaria e socioeconomica, con in più la beffa di non aver nemmeno potuto accedere ai fondi Pnrr per l’ospedale “perché tanto si fa quello nuovo”. Il sindaco, di fatto, è l’unico che ci ha provato davvero. Icardi (evidentemente con la copertura dei vertici regionali della Lega, cui appartengono tutti i protagonisti della vicenda) un pezzo alla volta ha fermato la macchina e Cirio è rimasto a guardare attento solo a non lasciare impronte digitali sul corpo del reato. Rimane solo da capire come faranno a convincere Canelli che si è trattato solo di un destino cinico e baro.